Roberto Abraham Scaruffi: Borghesi piccoli piccoli / Bourgeois petits petits. A lot of money for "politicians" and Statesmen/women, and their families, relatives and "friends"...

Wednesday, 18 August 2010

Borghesi piccoli piccoli / Bourgeois petits petits. A lot of money for "politicians" and Statesmen/women, and their families, relatives and "friends"...

1- "OGGI" PUBBLICA L’UNICA IMMAGINE DELLA "DISSACRATA" FAMIGLIA AL GRAN COMPLETO - 2- e dietro questa foto sbuca una storia rivelatrice dello stile di lady elisabetta - rivela IL DIRETTORE DI "OGGI": "L’IMMAGINE È STATA REALIZZATA DA UN NOSTRO FOTOGRAFO CIRCA TRE MESI FA, IL GIORNO DEL BATTESIMO DELLA PICCOLA MARTINA, FIGLIA DI GIANFRANCO ED ELISABETTA. ALL’EPOCA LA TULLIANI SI ARRABBIÒ PERCHÉ NON LE PIACEVANO LE FOTO CHE LEI STESSA CI AVEVA CHIESTO DI FARE E PER LE QUALI SI ERA MESSA IN POSA: CI NEGÒ L’AUTORIZZAZIONE A PUBBLICARLE" - 3- CERCASI "ELISABETTO" DISPERATAMENTE! DAVVERO IL ’COGNATO’ NON HA Nulla DA DICHIARARE? - perché NON SPIEGa COME MAI, PERCHÉ E IN CHE MODO HA CONVINTO L’ACQUIRENTE NASCOSTO DIETRO LE DUE SOCIETà CARAIBICHE AD AFFITTARE PROPRIO A LUI LA CASA? -

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1 - QUESTIONI DI FAMIGLIA
Umberto Brindani per Oggi

Care lettrici, cari lettori, ci tocca tornare, per la terza settimana consecutiva, sul tormentone dell'estate. Che per fortuna non è più, se mai lo è stato, quello relativo a Belén e Corona (a proposito: per gli antipatizzanti della coppia, cioè tutti, una buona notizia: a grande richiesta, questo numero di Oggi è totalmente Corona-free). No, parlo naturalmente dell'incredibile telenovela Fini-Tulliani.
FINITULLIANI
«Il Fini giustifica i mezzi», ghignano (alludendo alla presunta abilità di arrampicatrice sociale di Elisabetta) i numerosi nemici del presidente della Camera, che a sorpresa adesso si trovano tutti a destra. A ben guardare, ci sarebbe pure un altro calembour: la parabola del moralizzatore moralizzato si potrebbe chiamare «eterogenesi dei Fini»...
Ma vabbè, piantiamola con i giochi di parole e veniamo ai fatti. Sulla vicenda, Il Giornale di Vittorio Feltri, affiancato dalle truppe di complemento di Libero, non molla di un centimetro nel suo assalto a colpi di scoop o quasi-scoop. Anche a costo di rischiare figuracce e querele, come nel giallo della cucina Scavolini scelta dal leader di Futuro e Libertà: destinata alla «casa dello scandalo» di Montecarlo oppure no?
oggi
Mentre scrivo, la fondamentale questione non è ancora chiarita, forse bisognerà sottoporre i titolari del Mobilificio Castellucci alla macchina della verità. Intanto, l'immagine di Gianfranco ed Elisabetta che vanno in giro per centri arredamento come una famigliola Ikea-style restituisce un pizzico di misura e normalità a una vicenda che stava prendendo tutt'altra piega, complici gli immaginati sfarzi monegaschi e la Ferrari nuova di pacca del cognato Giancarlo detto «Betto».
E se la destra traccia il solco, la sinistra lo difende (Fini, non il solco). Il Fatto Quotidiano titola senza perifrasi «Il massacro», spiegando che «Il Caimano procede alla distruzione di Fini e della sua famiglia». (Strano destino, quello degli ex comunisti che si ritrovano a parteggiare per l'ex capo degli ex fascisti).
FINI, TULLIANI
Insomma, come al solito, una gran confusione, con rovesciamento dei ruoli, stillicidio di rivelazioni e voci incontrollate, minacce, ripicche, sberleffi e un pressoché totale disinteresse dei politici per la crisi che sta svuotando le tasche dei cittadini. Noi apprezziamo enormemente la battaglia di Fini per la legalità. Proprio per questo, come abbiamo scritto già da 20 giorni, l'uomo deve spiegare e, se del caso, ammettere di aver commesso qualche leggerezza.
Se si è trattato di qualcosa di più di una leggerezza, l'uomo si deve dimettere, come ha fatto a suo tempo Claudio Scajola e come dovrebbe fare adesso, per esempio, Denis Verdini. Punto. Intanto, nel bailamme generale noi scegliamo di stare solo con i fatti. E un fatto è certamente la foto che pubblichiamo in copertina: la «dissacrata» famiglia al gran completo.
FiNI-TULLIANItulliani
L'immagine è stata realizzata da un nostro fotografo circa tre mesi fa, il giorno del battesimo della piccola Martina, figlia di Gianfranco ed Elisabetta. All'epoca la Tulliani si arrabbiò perché non le piacevano le foto che lei stessa ci aveva chiesto di fare e per le quali si era messa in posa: ci negò l'autorizzazione a pubblicarle.
Trattandosi tutto sommato di una faccenda davvero privata, decisi di acconsentire a questa piccola, innocente «censura». Da allora, però, molte cose sono cambiate e i personaggi ritratti sono diventati protagonisti delle prime pagine dei giornali e dei titoli di testa dei tg. Quella foto, una sola di 95 scatti, è diventata una notizia, e ora il diritto di cronaca a mio avviso prevale sul diritto alla privacy. Sempre che di privacy si possa parlare per una storia che non è mai stata così pubblica. Quasi dimenticavo, in questo numero ce n'è anche per l'arcinemico di Fini: Silvio Berlusconi. Andate a vedere a pagina 26...
TULLIANI

2 - CERCASI "ELISABETTO" DISPERATAMENTE - DAVVERO IL «COGNATO» NON HA NIENTE DA DICHIARARE? - NON HA SPIEGATO COME MAI, PERCHÉ E IN CHE MODO HA CONVINTO L'ACQUIRENTE NASCOSTO DIETRO LE DUE «LTD» CARAIBICHE, TIMARA E PRINTEMPS, AD AFFITTARE PROPRIO A LUI L'APPARTAMENTO 
Gianmarco Chiocci e Massimo Malpica per Il Giornale

Non si sa se i «cognati» si parlino tra loro, di certo entrambi non parlano con l'esterno. Se sull'affaire immobiliare monegasco Gianfranco Fini, dopo aver snocciolato otto spiegazioni non certo dirimenti la scorsa settimana, lascia esternare per suo conto i suoi, da Benedetto Della Vedova a Farefuturo, Giancarlo Tulliani sulla questione non ha mai aperto bocca, limitandosi ad annunciare querele e a presentare esposti per presunte violazioni della privacy.
Eppure, a tirare in ballo il fratello di Elisabetta, è stato proprio il presidente della Camera. Di fronte all'identità certa dell'inquilino che vive in affitto nella casa al 14 di boulevard Princesse Charlotte, a Montecarlo, casa svenduta da An a qualcuno nascosto dietro una finanziaria off-shore, Fini aveva ammesso di aver saputo che suo «cognato», dopo aver procacciato l'acquirente, s'era ritrovato a vivere lì, in affitto. Con «stupore e disappunto», ha spiegato l'ex leader di An.
Ma pur chiamato in causa, Giancarlo non ha rotto il muro di silenzio. NON ha spiegato come mai, perché e in che modo ha convinto l'acquirente nascosto dietro le due «ltd» caraibiche, Timara e Printemps, ad affittare proprio a lui l'appartamento. Non ha detto a quale titolo ha potuto, da futuro inquilino, non solo seguire ma indirizzare i lavori di ristrutturazione di quella casa, eseguiti dalla Tecab di Stefano Garzelli tra 2009 e 2010.
FiNI-TULLIANI 53 OKfini, tulliani
Non ha smentito (e lui sì che potrebbe, considerato che lì ci abita) che in tutto o in parte l'arredamento della casa monegasca provengano dal negozio di mobili di via Aurelia, a Roma, nel quale un ex dipendente - Davide Russo - ha detto al Giornale di aver visto Fini ed Elisabetta Tulliani lavorare a progetti relativi a un immobile d'oltreconfine che, tra colleghi, veniva chiamato «la casa di Fini a Montecarlo».
Non ha mai insomma chiarito davvero com'è andata l'operazione che ha visto l'appartamento che Anna Maria Colleoni lasciò in eredità ad An passare di mano per un valore ben più basso di quello di mercato a una e poi a un'altra finanziaria off-shore, per poi finire abitato da lui. Ma proprio a quanto dice Fini qualcosa Giancarlo Tulliani deve saperla: procacciatore d'affari e poi inquilino dell'acquirente. Che sia all'oscuro di tutto è semplicemente impossibile.
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Il Giornale ha già raccontato quello che, sul cantiere di ristrutturazione della casa di boulevard Princesse Charlotte, composta da «hall, deux pièces, cuisine, salle de bains et balcon», ha spiegato il costruttore, Garzelli. Ipotizzando un qualche legame tra la società proprietaria e Tulliani. Ovvio, visto che il «cognato» di Fini era lì a indicare cosa fare e come farla.
Ha dunque pagato lui i lavori, o chi si nasconde dietro la società proprietaria gli ha assegnato questo compito? E a che titolo? Di certo, della ristrutturazione della casa in cui poi è andato a vivere, Giancarlo Tulliani si è ampiamente occupato.
A confermarlo, l'intervista che potete leggere in questa pagina all'ambasciatore italiano a Montecarlo, Franco Mistretta, in carica nel Principato dal primo ottobre 2008, ossia due settimane prima della seconda compravendita, quella tra Printemps e Timara, della casa monegasca (quella la cui data Fini ha erroneamente citato come giorno della vendita di An a Printemps).
Mistretta, pochi mesi dopo il suo insediamento, a marzo dell'anno scorso, ricevette in ufficio la visita di Tulliani. Il quale prima chiese informazioni su come poter avviare «un'attività immobiliare». Poi tornò a chiedere suggerimenti per ristrutturare una casa. Richiesta che l'ambasciatore riconosce come «unusual», insolita.
TULLIANI-MONTECARLO CASA TULLIANI A MONTECARLO
Ma l'attività di consulenza non finì lì. Sempre all'ambasciatore Mistretta, Tulliani chiese direttamente dove aprire un conto in banca, in che albergo alloggiare e via così. Un ambasciatore su cui contare come consigliere personale non è roba di tutti i giorni e soprattutto non è per tutti, ma Mistretta al Giornale racconta che sapeva bene con chi aveva a che fare. Quel «tipo un po' così», spiega, come prima cosa disse «che era il fratello della Tulliani, o il cognato di Fini, non ricordo bene».
Dunque Tulliani, fresco di trasferimento a Montecarlo, mentre ancora soggiornava in hotel progettava di buttarsi nel settore del «real estate». E poco dopo era impegnato a trovare ditte per ristrutturare una casa. Un racconto che certo non fa a pugni con quanto dichiarato dal costruttore che si occupò dei lavori per rimettere a nuovo l'abitazione che An vendette, e in cui Tulliani ora abita. Davvero il «cognato» non ha niente da dichiarare?