Roberto Abraham Scaruffi

Thursday, 24 January 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Il re e gli islamici

In Giordania la Fratellanza boicotta il voto voluto da Abdullah I video scandalosi sul governo

Il ministero dei beagle

Almeno una cosa certa, se vince il Cav.: nascerà il dicastero degli Animali (grazie a Nina Brambilla)
SECONDA PAGINA

Lévinas e Heidegger, ovvero la nube tossica della cultura contemporanea

La missione impossibile (e insopportabile) di moralizzare “Essere e tempo” con la scoperta dell’ombrello
EDITORIALI

Privacy International Inc.

Il generale pulito, la socialite distrutta e le colpe introvabili di Petraeus
ANALISI

Quegli europeisti che si compiacciono all’idea dell’uscita di Londra

L’eutanasia cruenta del Psi, fra tradimenti e ingenuità, in mille pagine

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OGGI ONLINE
Le élite che ci stanno

La montagna incantata di Davos si stringe attorno a Mario Monti

L’Italia è stata “vittima dei governi passati” e degli “interessi costituiti”. Applausi dai big di business e finanza
“A nome di tutti noi in questa stanza, ti auguro la possibilità di continuare su questo sentiero. Ne abbiamo bisogno per l’Italia, per l’Europa, per il mondo”. Così ieri Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, ha salutato Mario Monti dopo che il presidente del Consiglio italiano uscente (e nuovamente candidato) aveva terminato il suo “special address” davanti ai grandi di Davos.
di Marco Valerio Lo Prete
per abbonati

No Cosentino no party

Effetti di una scelta non garantista sul Pdl, nei sondaggi e nelle urne
Lunedì mattina, dopo averlo rassicurato e avergli consegnato – gesto di massima fiducia – persino le liste elettorali da depositare al tribunale di Napoli, Silvio Berlusconi cambia ancora idea e di fronte a Gianni Letta, Denis Verdini, Angelino Alfano, Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Fabrizio Cicchitto annuncia ufficialmente che non intende ricandidare Nicola Cosentino. In pubblico, il Cavaliere spiega con candore di averlo fatto per ragioni di consenso, perché questa decisione gli porta dei voti: fino al 2 per cento, dice lui. Ma non risulta da alcuna rilevazione. Berlusconi ha molto fiuto, però.