Roberto Abraham Scaruffi

Friday 21 June 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Sonnambuli all’Ecofin

Trattative notturne e oggi vertice con pochi sbocchi sulle banche europee. Quel “nein” della Merkel

La guerra di Kerry sulla Siria fra fantasmi e calcoli

di Mattia Ferraresi
SECONDA PAGINA

Dal quadernetto di Orwell al datagate, gli spioni che si credono eroi

di Maurizio Stefanini
EDITORIALI

Magistratura improduttiva

Giudici d’assalto all’estero (con Saipem) e in Italia (con l’Ilva)

L’ottimismo di Osborne

Il cancelliere ha l’ego spezzato (da Obama) ma il futuro gli pare rosa
INSERTI

I figli perduti d’occidente

Convertiti all’islam e in guerra contro gli “empi”. Una generazione affascinata dalla morte e che odia il multiculturalismo. Le radici religiose e culturali
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Un padrone al Corriere

Non è ancora certo, ma Diego Della Valle potrebbe farsi editore
Diego Della Valle, di seguito DDV, potrebbe diventare padrone o editore del Corriere della Sera. E’ dura, perché nemmeno l’avvocato Agnelli è mai stato editore a pieno titolo del giornalone nazionale al centro da sempre di tutti gli appetiti (ora un po’ meno perché comincia a costicchiare). La logica che portò a un non molto costoso rimpiazzo del Rizzoli in galera fu quella del patto di sindacato, con banche e salotti buoni della galassia del nord, la Fiat di allora in prima fila, impegnati a sostenere l’impresa e all’occorrenza a mungerla, a parte i decisivi risultati di influenza politica (meno forti oggi) ottenibile alla guida di un quotidiano terzo e per definizione altamente e autorevolmente censorio dei vizi cosiddetti della classe dirigente.
di Giuliano Ferrara

Renzi passa il Rubicone

Le ragioni che portano il Rottamatore verso la segreteria, il rapporto con Letta, l’Irpef da abbassare, la sindrome “Conte Zio” del governo, e poi Confindustria e Grillo. Il sindaco e il manifesto per un nuovo Pd
Perché sì: “Io lo vorrei fare perché ci tengo davvero al Pd e sono sicuro che è solo con un partito innovativo, leggero, scattante, agile, e per questo non fragile, che possiamo cambiare l’Italia, imporre un bipolarismo di fatto, conquistare gli elettori degli altri partiti e dare una mano al governo, con lealtà ma senza piaggeria: preparandoci come è giusto che sia all’appuntamento con le prossime elezioni smettendola di smacchiare i giaguari, smettendola di farci dettare l’agenda dai nostri avversari, smettendola – che palle! – di farci governare dalle correnti e cominciando a farlo davvero, questo benedetto Pd.
di Claudio Cerasa