IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
OGGI IN EDICOLAPRIMA PAGINAI vescovi Usa a Obama: first freedomKurtz, nuovo capo dell’episcopato, non molla nulla sui valoriGli auguri di Hollande sono un ballon d’essai sopra Parigi (e Berlino)Vago il patto sui tagli fiscali. “Abbassare le tasse”, ma l’Iva cresce. Così l’Eliseo cerca di uscire dal suo angolo a sinistraSECONDA PAGINACrocetta, altro giro altra patacca. Le province cancellate sono resuscitatedi Pietrangelo ButtafuocoEDITORIALIRomeni a lutonIl mercato del lavoro europeo, le ovvie paure e il realismo di LondraANALISIPerché i tedeschi non temono l’inflazione, anzi la snobbanoINSERTISiamo tutti NigellaGli uomini, i dolori, la passione per il caramello. Ecco perché la Lawson è patrimonio nazionale
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Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler”.Così Sergio Marchionne ieri sera ha annunciato l’accordo con il sindacato dell’auto Usa per rilevare il 41,5 per cento della casa di Detroit. Ma l’operazione promette di finire sui libri di storia soprattutto per un altro motivo.
Giorgio Napolitano era chiamato a una sfida non facile, quella di pronunciare, unico tra i presidenti italiani, l’ottavo discorso di fine anno, che alcuni, a cominciare da Beppe Grillo, avevano annunciato di voler sabotare. Quell’invito esasperato è caduto nel nulla, e va forse considerato tra le ragioni che hanno accresciuto la curiosità degli italiani per le parole del presidente, che infatti hanno ascoltato in un numero sensibilmente superiore a quello dell’anno scorso.