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Fu
 salvezza e sorpresa. Un nuovo linguaggio per “depoliticizzare” la 
democrazia ammalata. Intimidiva italiani, europei, mondo. I pupi e puffi
 del centro, insieme con i poteri forti, l’hanno ridotto così  Saliva
 in campo per scendere in campo, si rivolgeva a Giorgio Napolitano  
rivelando l’efficienza e la disciplina del servitore dello stato, non  
la tronfia vanità del gradasso, “missione compiuta presidente”. Rivelava
  che Angela Merkel non era una nemica ma il leader di un grande paese  
alleato, padrone della tecnica riduceva lo spread e allontanava il  
fantasma del disarmo economico e della Troika, riformava le pensioni, e 
 intanto sempre più il suo umore e il suo equilibrio dipendevano da un  
rigo di giornale, da una nota musicale, da una certa misura di luce. 
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di Salvatore Merlo |  |  
          
           |  “Il
 diritto alla vita non è semplicemente una priorità. E’ la questione  
fondamentale su cui poggia l’intera architettura della battaglia in  
difesa della dignità umana”. Charles Chaput, sessantottenne arcivescovo 
 di Filadelfia in attesa della possibile porpora cardinalizia, non ci  
pensa proprio a confinare in determinati “contesti” le battaglie in  
difesa di quei princìpi non negoziabili che per Papa Francesco possono  
diventare ossessionanti se ripetuti all’infinito. Chaput di aborto ed  
eutanasia parla, spiega ai suoi fedeli che si può lottare contro queste 
 due “tragedie” della contemporaneità anche ribadendo gli appelli per  
tutti coloro che soffrono di povertà, violenza e ingiustizia. 
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di Matteo Matzuzzi |  |  |