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Newsletter del 28 settembre 2012 |
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In
passato si riteneva che le cellule senescenti, cioè non più in grado di
dividersi, contribuissero all'invecchiametno indebolendo la riparazione
dei tessuti. Si pensava che le cellule entrassero nello stato di
senescenza per evitare di diventare tumorali se un danno le metteva a
rischio di proliferaizone incontrollata. In seguito, la teoria secondo
cui le cellule senescenti avrebbero un ruolo nell'invecchiamento dei
tessuti e del corpo ha perso
consensi per poi riguadagnarli di recente. Nuovi studi mostrano che le
cellule contribuiscono all'invecchiamenteo nel modo proposto in passato e
anche alimentando processi infiammatori. Inoltre, possono danneggiare
le cellule vicine favorendo il cancro. Esperimenti su topi suggeriscono
che ritardando
la senenscenza si potrebbe rallentare l'invecchiamento e alcune malattie
a esso associate leggi l'articolo »
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I
gruppi ambientalisti non possono più cercare di proteggere tutti gli
animali e le piante come hanno fatto in passato, perciò si stanno
affidando
sempre più a nuovi sistemi di analisi e selezione per determinare quali
specie salvare e quali no. Gli approcci funzionalisti favoriscono le
specie che svolgono un ruolo unico in natura, come il pino dalla
corteccia bianca che fornisce cibo vitale per i grizzly. Gli approcci
evoluzionisti cercano di
preservare la diversità genetica che può aiutare tutte le specie del
mondo a sopravvivere e adattarsi a condizioni ambientali in rapido
mutamento. Altri metodi per stabilire le priorità perfezionano invece
l’approccio hotspot, che si concentra sulla conservazione di interi
ecosistemi ma potrebbe ignorare
le esigenze dell’uomo leggi l'articolo »
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Tra
i fenomeni naturali più studiati ci sono le transizioni di fase tra
ordine e disordine in sistemi microscopici, per esempio gli elettroni
di conduzione che in opportune condizioni rendono il materiale non
conduttore, e macroscopici, come i sedimenti di una montagna che possono
franare. Analogie tra transizioni in diversi ambiti possono aiutare a
capire meglio e ridurre il rischio di catastrofi in alcuni sistemi,
anche se è quasi sempre
impossibile ridurre la complessità della natura a protocolli. Un esempio
è il disastro del Vajont dell’ottobre 1963, quando una frana si riversò
in un bacino artificiale, generando un’onda che arrivò a valle e
provocò circa 2000 morti leggi
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Comunicato
stampa - Si chiude oggi la sedicesima edizione dell’Ichmet (Conferenza
internazionale sui metalli pesanti nell’ambiente) coorganizzata
dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr. L’impatto
sull’ambiente e sulla salute di questi elementi è in netto calo, grazie
al controllo scientifico e normativo. Resta però l’allarme nei siti a
rischio leggi
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Nata
agli inizi del XX secolo, nel corso del tempo la fisica delle
particelle ha dovuto fare i conti sia con particelle previste dai
teorici,
dunque relativamente poco problematiche, sia con particelle la cui
esistenza non era stata prevista da alcuna teoria, e che quindi
complicavano la vita dei ricercatori. L’autore racconta il percorso
intellettuale dei fisici per scoprire cinque particelle particolarmente
enigmatiche, usando strumenti
che vanno dalla matematica agli esperimenti di LHC. Le particelle sono
neutrino, mesone p, antiprotone, quark e bosone di Higgs, la cui
scoperta, a opera proprio di LHC, chiude un capitolo della storia della
fisica leggi
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I
due eventi sismici che ad aprile di quest'anno hanno scosso l'Oceano
Indiano avrebbero innescato la frattura della placca oceanica
indo-australiana,
generando un nuovo margine di placca. A loro volta, questa coppia di
terremoti del 2012 sembra una conseguenza a lungo termine del tragico
terremoto verificatosi ad Aceh nel 2004, che ha prodotto un processo di
trasferimento degli stress fra le placche leggi
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Il
bosone di Higgs, l’ultimo tassello mancante del modello standard della
fisica delle particelle, è sfuggito per decenni ai tentativi sempre
più elaborati dei fisici di individuarne la presenza. Alla fine del 2011
due giganteschi esperimenti del Large Hadron Collider del CERN avevano
rilevato indizi del bosone di Higgs. I fisici speravano che la serie di
misurazioni della primavera 2012, in caso di successo, avrebbe fornito
informazioni sufficienti
per proclamarne la scoperta. I fisici avevano nascosto i dati della
primavera anche a se stessi, effettuando analisi alla «cieca» per non
introdurre involontariamente interpretazioni personali. A metà giugno
hanno dato uno sguardo alle nuove prove. La particella «di tipo Higgs»
emersa ha molte delle
proprietà cercate. Ha tuttavia anche riservato alcune prime sorprese che
possono indicare la via per la fisica del futuro. leggi l'articolo »
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Lo
studio delle creature estinte si è a lungo basato quasi esclusivamente
sui fossili dei loro denti e delle ossa. I recenti sviluppi nella
ricerca sul DNA antico stanno rivoluzionando lo studio degli animali
preistorici. Ora è possibile ricreare i geni di questi animali e
studiare le proteine per cui codificavano. Studiare la paleofisiologia
era un’attività considerata impensabile solo un decennio fa leggi
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Nel
cervello ci sono zone sensibili, hotspot che, quando vengono stimolati,
aumentano la sensazione del piacere. Questi punti caldi edonici
sono diversi dai «circuiti della ricompensa» che si pensava fossero alla
base delle sensazioni piacevoli e che oggi si ritiene invece siano i
mediatori del desiderio, più che del godimento. Regioni cerebrali
superiori ricevono informazioni da questi circuiti del piacere e della
ricompensa per rappresentare
in modo cosciente la sensazione rassicurante che associamo alla gioia.
L’interruzione del collegamento tra i sistemi cerebrali che generano le
sensazioni di desiderio e piacere potrebbe essere la causa del
comportamento dipendente, offrendo una possibile chiave per trattamenti
di tipo nuovo leggi
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A lungo ignorati dai ricercatori, i virus che attaccano i batteri potrebbero avere un ruolo cruciale nella lotta alle infezioni leggi
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Le
nubi temporalesche emettono potenti raggi gamma in lampi lunghi pochi
millisecondi, detti lampi terrestri di raggi gamma. Questi eventi
possono
anche produrre fasci di elettroni e persino di antimateria, che possono
viaggiare per migliaia di chilometri. Tutte le spiegazioni finora
proposte per questi fenomeni coinvolgono campi elettrici che rilasciano
valanghe di elettroni all’interno delle nubi, ma nessuna riesce a
giustificare compiutamente
l’energia stessa dei raggi gamma. Nuove missioni di ricerca, spaziali e
con aerei, potrebbero risolvere il mistero e dire se i lampi pongano un
rischio di esposizione a radiazioni per i voli di linea leggi
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