
C’è una porta che resta off limits per le autorità italiane: quella della sala autopsie, sia che l’interlocutore sia uno Stato in teoria “amico” come l’Egitto, sia che si tratti di un Paese in guerra come la Libia, ma la cui ex capitale Tripoli intrattiene ancora rapporti economici con Roma. E’ il filo rosso che collega i casi di Giulio Regeni, da un alto, e di Salvatore Failla e Fausto Piano dall’altro: le autorità del Cairo e di Tripoli hanno effettuato i loro esami autoptici sui corpi del ricercatore di Fiumicello e dei due ostaggi italiani. Corpi in condizioni “indicibili”, sottoposti a “macelleria” senza che l’Italia abbia avuto la possibilità di fare alcunché di Marco Pasciuti