Il fratello invoca clemenza a Napolitano
Torturato nel carcere brasiliano
Battisti in Italia vuole la grazia
In Brasile Cesare Battisti torturato dalla polizia e
aggredito in carcere. Lo racconta il fratello Vincenzo in un'intervista
al settimanale Panorama in edicola oggi. Per questo la famiglia del
terrorista condannato a due ergastoli per omicidio ha intenzione di
chiedere la grazia al presidente della Repubblica.
A rivelare le torture è stato
lo stesso Battisti alla moglie che quando è andato a trovarlo nel
carcere brasiliano lo ha trovato con gli occhi pesti e il viso gonfio.
Ma un altro fratello di Battisti, Domenico, ha smentito le dichiarazioni
rese al settimanale. I fatti si riferiscono al 2007 all'indomani
dell'arresto.
Il racconto di Vincenzo Battisti è dettagliato. «Cesare è convinto che
lo abbiano fatto per motivi politici - dice Vincenzo Battisti
nell'intervista - Nel 2004 una parte dell'opinione pubblica francese era
contraria alla sua estradizione in Italia. Per questo lo hanno aiutato:
per non perdere voti nelle successive elezioni. Poi però gli 007
l'hanno consegnato alla polizia brasiliana che lo teneva nascosto in un
appartamento. Mi ha raccontato di essere stato drogato e che
minacciavano di ucciderlo. Gli hanno puntato una pistola alla tempia.
Cesare mi ha detto: "ho capito di essere stato usato e che dopo le
elezioni presidenziali mi avrebbero eliminato". Per questo si è fatto
arrestare». Dopo il suo arresto, avrebbe subito violenze in carcere: «lo
picchiavano in continuazione, gli rasavano i capelli per umiliarlo, gli
spegnevano addosso le sigarette - racconta a Panorama Vincenzo Battisti
- Prima di incontrarlo la moglie e la figlia più piccola hanno dovuto
aspettare due giorni. Ma al colloquio era ancora gonfio, con gli occhi
pesti. La ragazzina è rimasta scioccata».
Il primo impatto con il Brasile, che accusa l'Italia di persecuzione,
non è stato quindi dei migliori, soprattutto quanto a garanzie dei
detenuti. E così Vincenzo Battisti rivela a Panorama che è sua
intenzione a nome di tutta la famiglia di Cesare di chiedere al
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «la grazia per mio
fratello». Cosa che sarebbe possibile se Cesare Battisti tornasse in
Italia. Il terrorista detenuto nel penitenziario di Papuda cella numero
5, è depresso tanto da andare dallo psicologo del carcere e sarebbe
anche malato di epatite. E questa potrebbe essere la scappatoia per il
governo Lula che potrebbe rilasciare Battisti ed estradarlo in Italia
per motivi di salute.
Maurizio Piccirilli
13/02/2009