Roberto Abraham Scaruffi: Microchips, controllo mentale e cibernetica

Thursday, 13 January 2011

Microchips, controllo mentale e cibernetica



Microchips, controllo mentale e cibernetica 
di Rauni-Leena Luukanen-Kilde 


Nel 1948, Norbert Weiner pubblicò un libro, “Cybernetics” sulla comunicazione neurologica e teorie di controllo, già in uso, all’epoca, in piccoli circoli. Yoneji Masuda “ Padre della Società dell’Informazione”, nel 1980 espresse la preoccupazione che la nostra libertà fosse minacciata in modo Orwelliano dalla tecnologia cibernetica, completamente sconosciuta alla maggior parte della gente. Questa tecnologia collega il cervello delle persone ai satelliti mediante microchips impiantati, controllati tramite supercomputers situati in basi sotterranee.

I primi impianti cerebrali furono inseriti chirurgicamente nel 1974, nello stato dell’Ohio, Stati Uniti, e anche a Stoccolma, in Svezia. Elettrodi cerebrali furono inseriti nei crani di bambini, nel 1946, senza che i genitori ne fossero a conoscenza. Negli anni ’50 e ’60, impianti elettrici furono inseriti nel cervello di animali e umani, soprattutto negli Stati Uniti, durante le ricerche sulla modificazione del comportamento, e sul funzionamento del cervello e del corpo. Metodi di controllo mentale furono usati nel tentativo di cambiare il comportamento umano e i suoi atteggiamenti. Influenzare il funzionamento del cervello divenne un obiettivo importante dei sevizi segreti e militari.

Trent’anni fa impianti cerebrali risultarono, ai R-X, misurare 1 cm. Impianti successivi si rimpicciolirono fino ad essere grandi come un chicco di riso. Erano fatti di silicio, e quelli successivi persino di arsenioferrite. Oggi sono abbastanza piccoli da poter essere inseriti nel collo o nella schiena, e anche per via indovenosa in diverse parti del corpo, durante operazioni chirurgiche, con o senza il consenso del soggetto. E’ ormai quasi impossibile rintracciarli o rimuoverli.

E’ tecnicamente possibile inserire ad ogni neonato un microchip che potrebbe dunque servire per identificare la persona per il resto della sua vita. Simili piani sono stati discussi segretamente negli Stati Uniti, senza nessuna esposizione delle questioni relative alla privacy. 



In Svezia, il Primo Ministro Olof Palme, diede il permesso, nel 1973, di inserire impianti nei detenuti, e l’accertamento dei dati dell’ ex direttore generale Jan Freese, rivelò che a pazienti di case di riposo erano stati messi degli impianti alla metà degli anni ’80. La tecnologia fu rivelata nel rapporto statale svedese del 1972/74 “Statens Officiella Utradninger” (SOU).

Gli esseri umani con impianti possono essere seguiti ovunque: Le funzioni cerebrali possono essere monitorate a distanza dai supercomputers e persino alterate mediante il cambiamento delle frequenze. Cavie di esperimenti segreti sono state detenuti, soldati, malati di mente, bambini portatori di handicap, audiolesi e ciechi, omosessuali, donne single, anziani, scolari e qualsiasi gruppo di persone considerato “marginale” dalle élites di sperimentatori. Le esperienze pubblicate, dei detenuti della prigione statale dello Utah, ad esempio, sono shockanti.

Gli attuali microchips agiscono mediante onde radio a bassa frequenza che li rendono rintracciabili. Con l’aiuto dei satelliti, le persone con gli impianti possono essere rintracciate ovunque nel globo. Questa tecnica fu tra quelle testate nella guerra in Iraq, secondo il Dr. Carl Sanders, che ha inventato l’interfaccia biotico (IMI- Intelligence-manned interface), che viene iniettato alle persone. (Già durante la Guerra in Vietnam, ai soldati veniva iniettato il Rambo Chip, ideato per aumentare il flusso di adrenalina nel sangue.) 
I supercomputers da 20 bilioni di bit al secondo, alla US National Security Agency (NSA), possono adesso “vedere e sentire” qualsiasi esperienza dei soldati nel campo di battaglia, con un sistema di monitoraggio a distanza (RMS). Quando un microchip di 5 micromillimetri (il diametro di un capello è di 50 micromillimetri) è piazzato nel nervo ottico, manda neuroimpulsi dal cervello che inducono le esperienze, gli odori, le visioni e voci della persona con l’impianto. Una volta trasferiti e depositati in un computer, questi neuroimpulsi possono essere rispediti al cervello della persona tramite il microchip perché li riviva. Usando un RMS, un operatore di computers a terra può mandare messaggi elettromagnetici (codificati in forma di segnali) al sistema nervoso, simulando una determinata prestazione. Con l’RMS si può indurre persone sane ad avere allucinazioni o a sentire voci nella propria testa.


Ogni pensiero, reazione, cosa udita o osservata causa una certa potenzialità, e percorsi neurologici nel cervello e il suo campo elettromagnetico, che adesso possono essere decodificati in pensieri, immagini e voci.
Stimolazioni elettromagnetiche possono, d’altra parte, cambiare le onde cerebrali di una persona e simulare attività muscolare, causando dolorosi crampi vissuti come una tortura.

Il sistema elettronico di sorveglianza dell’ NSA può simultaneamente seguire e gestire milioni di persone. Ognuno di noi ha una unica frequenza di risonanza bioelettrica nel cervello, proprio come abbiamo impronte digitali uniche. Con stimoli cerebrali completamente decodificati dalle frequenze elettromagnetiche (EMF), segnali elettromagnetici pulsanti possono essere inviati al cervello creando la voce desiderata ed effetti visivi, perché vengano percepito dal soggetto prescelto. E’ una forma di guerra elettronica. Ad astronauti statunitensi vennero inseriti degli impianti prima di essere mandati nello spazio, in modo che i loro pensieri potessero essere seguiti e tutte le loro emozioni registrate 24 ore al giorno.

Nel maggio 1996 il Washington Post ha riportato che al principe William di Gran Bretagna venne inserito un impianto all’età di 12 anni. In questo modo, se fosse stato rapito, un’onda radio con determinate frequenze avrebbe potuto essere puntata verso il microchip. Il segnale del microchip sarebbe stato rintracciato tramite un satellite collegato allo schermo del computer del quartier generali della polizia, dove gli spostamenti del principe avrebbero potuto essere seguiti. Avrebbe potuto trovarsi ovunque nel globo.

I mass media non si sono occupati del fatto che la privacy di una persona con un impianto scompare per il resto della sua vita. La persona può essere manipolata in molti modi. Usando frequenze diverse, il controllore segreto di questa attrezzature può addirittura modificare la vita emotiva di una persona. La si può rendere aggressiva o letargica. La sessualità può venire influenzata artificialmente. I segnali del pensiero e le riflessioni del subconscio possono essere letti, i sogni influenzati e persino indotti, tutto senza che la persona con l’impianto lo sappia o acconsenta.

In questo modo potrebbe essere creato un perfetto cyber soldato. Questa tecnologia segreta è stata usata dai militari in certi paesi NATO sin dagli anni ’80, senza che la popolazione accademica o civile ne avesse mai sentito parlare. Di conseguenza, poche informazioni riguardo sistemi così invasivi di controllo mentale sono reperibili in riviste professionali o accademiche.

Il gruppo Signals Intelligence dell’NSA, può monitorare a distanza informazioni del cervello umano decodificando i potenziali provocati (3,50HZ, 5 milliwatt), emessi dal cervello. Detenuti sottoposti ad esperimenti sia a Gotheburg, Svezia e Vienna, Austria, hanno scoperto di avere evidenti lesioni cerebrali. Ridotta circolazione sanguigna e mancanza di ossigeno nel lobo temporale destro risultano là dove impianti cerebrali erano di solito attivi. Un soggetto di nazionalità finlandese, sottoposto ad esperimenti, ebbe atrofia cerebrale e saltuaria perdita dei sensi, dovuti alla mancanza di ossigeno. Tecniche di controllo mentale possono essere usate per scopi politici. L’obiettivo dei manipolatori della mente, oggi, è indurre le persone o i gruppi presi di mira, ad agire contro le loro convinzioni e i loro interessi. Individui zombificati possono persino venire programmati ad uccidere e in seguito non ricordare niente del loro crimine. Esempi allarmanti di questo fenomeno si possono trovare negli Stati Uniti.

Si sta conducendo questa “guerra silenziosa” contro civili inconsapevoli e soldati, da parte di organismi militari e dei servizi segreti. Sin dal 1980, stimolazioni elettroniche del cervello (ESB) sono state segretamente usate per controllare le persone scelte senza il loro consenso o che ne fossero a conoscenza. Tutti gli accordi internazionali sui diritti umani proibiscono la manipolazione non consensuale degli esseri umani – persino in prigione, per non parlare della popolazione civile. 


Dietro iniziativa del senatore degli Stati Uniti, John Glenn, nel gennaio 1997, cominciarono discussioni riguardanti i pericoli di irradiare la popolazione civile. Puntare le funzioni cerebrali della gente con campi elettromagnetici e raggi (da elicotteri e aeroplani, satelliti, furgoni parcheggiati, case vicine, pali del telefono, apparecchi elettrici, telefoni mobili, TV, radio, ecc…) fa parte del problema irradiamento, di cui si dovrebbero occupare apparati governativi democraticamente eletti. In aggiunta al controllo mentale elettronico, sono stati sviluppati anche metodi chimici. Droghe che alterano la mente e diversi gas da inalazione, che agiscono negativamente sul funzionamento del cervello, possono essere diffusi nei condotti dell’aria o nei tubi dell’acqua. In questo modo sono stati testati anche batteri e virus in numerosi paesi. L’attuale supertecnologia, che connette le funzioni del nostro cervello attraverso microchips (o addirittura senza di essi, secondo le ultime tecnologie) a computers satellitari negli Stati Uniti o in Israele, rappresentano la più grave minaccia per l’umanità.


Gli ultimi supercomputers sono sufficientemente potenti da monitorare la popolazione di tutto il mondo. Cosa succederà quando la gente sarà tentata da falsi presupposti, a lasciarsi impiantare microchips nel corpo? Un’esca sarà quella della carta d’identità microchip. Negli Stati Uniti è persino stata proposta segretamente una legislazione obbligatoria che criminalizza la rimozione della carta d’identità impiantata. Siamo pronti per la robotizzazione dell’umanità e la totale eliminazione della privacy, inclusa la libertà di pensiero? Quanti di noi vorrebbero cedere la propria intera vita, inclusi i nostri pensieri più segreti, al Grande Fratello? Già esiste una tecnologia per creare un totalitario Nuovo Ordine Mondiale. Nascosti sistemi neurologici di comunicazione sono posizionati in modo da annullare il pensiero indipendente e controllare l’attività sociale e politica negli egoistici interessi privati e militari.

Quando le nostre funzioni cerebrali saranno ormai connesse ai supercomputers, tramite impianti radio e microchips, sarà troppo tardi per protestare. Questa minaccia può essere sconfitta solo istruendo il pubblico usando la letteratura disponibile di biotelemetria e le informazioni scambiate ai congressi internazionali.

Uno dei motivi per i quali questa tecnologia è rimasta un segreto statale è l’esteso prestigio del “Diagnostic Statistical Manual IV”, prodotto dalla American Psychiatric Assoiation (AA) statunitense, e stampato in otto lingue. Psichiatri al servizio dei servizi segreti degli Stati Uniti hanno contribuito senza dubbio alla stesura e correzione di questo manuale. Questa “Bibbia” della psichiatria nasconde lo sviluppo segreto delle tecnologie di controllo mentale, etichettando alcuni dei loro effetti come sintomi di schizzofrenia paranoica.

Le vittime di controllo mentale sono così definite, automaticamente, come mentalmente malate dai medici che hanno appreso la lista dei “sintomi” DSM nella scuola medica. I medici non sono stati istruiti sul fatto che i pazienti potrebbero dire la verità quando raccontano di essere stati presi contro la loro volontà e usati come cavie per forme elettroniche, chimiche e batteriologiche di guerra psicologica.

Il tempo finirà per cambiare la direzione della medicina militare e assicurare il futuro della libertà umana.


Fonte: Spekula, pubblicazione di studenti di medicina della Finlandia del nord e medici dell’Università Olk di Oulu


Le nuove forme di tortura praticate in Italia

 by Romano Nobile

    L’Italia è il “bel paese”, dove c’è il sole, il mare, la musica, il papa, la sacralità della famiglia , l’amore per i bambini, per la buona cucina, per l’allegria , la solidarietà, la tolleranza... Come mai allora qualcuno parla di tortura, uno dei fenomeni più ripugnanti in materia di violazione dei diritti umani. Perché la tortura c’è anche qui ...



L’Italia è il “bel paese”, dove c’è il sole, il mare, la musica, il papa, la sacralità della famiglia , l’amore per i bambini, per la buona cucina, per l’allegria , la solidarietà, la tolleranza... Come mai allora qualcuno parla di tortura, uno dei fenomeni più ripugnanti in materia di violazione dei diritti umani. Perché la tortura c’è anche qui , nel paese dello stragismo impunito, del terrorismo politico che ogni tanto riemerge, dei burattinai, dei fatti di sangue e di violenza nelle famiglie per bene, della violenza sulle donne, della illegalità diffusa , del più alto numero di condannati o incriminati che siedono in parlamento, delle numerose regioni tenute in ostaggio da organizzazioni mafiose, del più alto numero di evasori fiscali in Europa e nel mondo.ecc. ecc.
In tale contesto non proprio idilliaco la tortura è quasi sempre nascosta od assume all’esterno mille altre forme, ma è innegabile che ci sia.
Vorrei soffermarmi sulle nuove forme di tortura che finora sono state completamente ignorate dai media benché coinvolgano un numero crescente di persone e costituiscano comunque un fenomeno sociale da analizzare. Fenomeno che non è stato preso in considerazione ( o perlomeno ciò non appare) neanche dalle più importanti associazioni in difesa dei diritti umani,. Posso dire che solamente uno dei medici dell’associazione “medici contro la tortura”ha mostrato un certo interesse al problema, esprimendo solidarietà alle vittime e promettendo di approfondire la situazione. Però nessuna posizione ufficiale è stata presa.


SI TRATTA DELLA COSIDDETTA TORTURA TECNOLOGICA

“Tortura tecnologica” è un termine generale che indica diverse forme di violenza, eseguite con metodi e tecnologie avveniristici, le cui finalità sarebbero quelle di controllo o di disturbo sia fisiologico che mentale delle vittime.
E sono proprio le vittime, alcune delle quali riunite in una associazione ( A Vae-m –Associazione Vittime delle Armi elettroniche e mentali, costituita nel settembre del 2005) a denunciare all’opinione pubblica le varie modalità con cui tale tortura viene esercitata.
Secondo tali denuncie vi sarebbero due principali forme di tortura tecnologica: il controllo mentale, e la tortura ambientale a distanza.

Il controllo mentale verrebbe attuato ( e vi sono numerose testimonianze ed anche esami clinici e radiologici al riguardo) attraverso l’intrusione nella scatola cranica, ma anche in altre parti del corpo, di minuscoli strumenti ad alta tecnologia, siano essi microelettrodi o microchip, che riescono ad interferire le radiazioni emesse dal cervello. La cosa rasenta la fantascienza. Sta di fatto che, come le vittime raccontano, dopo alcuni anni da questa microintroduzione, può avvenire che lo studio operato dagli autori delle torture sui vari tracciati, permetta l’interazione tra il cervello e gli strumenti innestati, il che comporterebbe sia il controllo del pensiero, sia la trasmissione di segnali audio-video o di stimoli di ogni natura al e dal cervello della vittima. La vittima verrebbe cioè trasformata in un terminale operativo a tutti gli effetti.
Tutte le vittime di questa modalità di tortura conducono vita ed esistenza apparentemente normale, non necessariamente trattate con terapie psichiatriche. 4 su 45 casi censiti sono persone che conducono una esistenza normale tra virgolette, ma sotto terapie prescritte da psichiatri.
Il caso più noto è quello di Paolo Dorigo, ingiustamente incarcerato per 12 anni e recentemente liberato grazie ad una sentenza della Corte Europea.. Vi è il caso di una signora italo-argentina,che ora vive a Roma, torturata a suo tempo nel suo paese per motivi politici, che sembra continui a ricevere, anche se in forme attenuate lo stesso trattamento in Italia.

Quanto alla “tortura ambientale a distanza, si tratta della trasmissione di stimoli, dolori e sensazioni a distanza con strumenti generalmente molto più semplici rispetto a quelli usati per il controllo mentale. Si tratta di armi laser, a onde radio e microonde o di ultrasuoni, del tipo di quelle usate dai medici per sciogliere i calcoli, nelle metropoli per scacciare gli stormi di uccelli, armi reperibili anche attraverso alcuni siti americani. Le vittime di tali abusi denunciano di sentire forti fitte o intense trasmissioni di calore che disturbano la loro giornata, impediscono il sonno ed una vita “normale”.
Il caso più noto di tale tipo di tortura è quello di Maurizio Bassetti, ex Economo della Camera dei deputati.
Sotto questo profilo una buona dose di incredulità potrebbe essere giustificata. Ci si chiede infatti da dove arrivino questi raggi, che possono avere una lunghezza anche significativa. Ci si chiede il perché. Ed ovviamente le persone colpite fanno fatica a convincere gli investigatori. Recentemente pare sia stata avviata una inchiesta al riguardo in una città del Nord, ma in genere un interrogatorio del denunciante, senza un serio controllo ambientale territoriale sulla persona oggetto di attacchi, non può avere il significato di una vera indagine.
Secondo l’associazione sarebbero stati analizzati 45 casi di vittime in Italia di queste torture. Si ha la certezza che molti altri non denuncino per pudore i trattamenti subiti. La riservatezza è necessaria a queste persone per mantenere all’apparenza una vita lavorativa e familiare normale, che sarebbe del tutto compromessa una volta denunciato il trattamento subito, con forme di scherno, mobbing, distanza, allontanamento di colleghi e di persone care, se non addirittura il licenziamento e l’internamento.
Le conseguenze di tali trattamenti non sono pienamente conosciute. Non esiste infatti in Italia un pubblico registro di decessi, un monitoraggio delle cause di morte per ogni singolo caso, né i giornali locali riportano spesso gli estremi anagrafici dei deceduti per suicidio ( migliaia ogni anno), né esiste un monitoraggio di quelle migliaia di persone che muoiono per errori medici.


Fantascienza
So benissimo che da alcuni si tende a catalogare questi fenomeni come fantascienza.
E’ possibile, ma vorrei fare in proposito tre osservazioni:
1) le vittime non sono dei visionari. Non vedono dischi volanti né morti viventi.nè poliziotti fiammeggianti,
2) gli strumenti e le tecnologie di cui si parla esistono e vengono usati normalmente a fini diversi.
Dieci anni fa molti fenomeni apparivano fantascientifici( si pensi allo sviluppo delle robotistica od alle clonazioni di esseri viventi) che oggi sono riconosciute reali. E molti lanciano strali contro le nuove scoperte tecnologiche perché potrebbero essere usate in danno dell’uomo.
Si deve sottolineare come nel programma dell’Associazione suddetta, si chieda tra l’altro di approvare leggi e strumenti di controllo per tutti coloro che subiscono questi trattamenti, un intervento da parte della Corte dell’Aja, il risarcimento delle vittime, l’espulsione dall’Albo dei professionisti e/o radiologi coinvolti negli innesti, nonché i processi per i responsabili ed il divieto dell’uso di queste vere e proprie armi da guerra non letali, denunciando le carenze in materia da parte del disegno di legge in corso di approvazione in Parlamento. Richieste non certamente esagerate o fuori dalla realtà.


La repressione
Ciò che dovrebbe allarmare ulteriormente, al di là degli interrogativi che possono sorgere sull’attendibilità di questi fenomeni, è però la certezza che, da quando le presunte vittime di tale tipo di tortura si sono unite in associazione, dandosi un minimo di organizzazione politica per difendere la propria causa,alcune di loro hanno subito forme di repressione totalmente ingiustificate, e fuori da ogni indagine giudiziaria ordinaria e legittima.

26 OTTOBRE 2006. Come apparso su Indymedia Italy, viene messa in atto una pesante provocazione della Digos nei confronti dell’iscritto all’AVae-m Maurizio Bassetti, ex Economo di Montecitorio, che da anni denuncia pubblicamente la persecuzione cui è sottoposto, con attentati e vere e proprie forme di tortura elettronica. Bassetti, insieme a Michele Fabiani (quest’ultimo studioso ma non vittima di armi elettroniche) aveva denunciato diversi casi di mala amministrazione nella gestione interna della Camera dei deputati, anche con molti articoli e interviste apparse su Indymedia e firmati con nome e cognome. Recentemente i fatti denunciati da Bassetti hanno formato oggetto di un libro intitolato “I segreti di Montecitorio”in cui si narrano le malversazioni in atto negli uffici della Camera negli anni ’80 con la parziale connivenza anche del presidente di allora, ora Capo dello Stato
Ebbene, il Bassetti viene convocato dalla Digos di Roma ufficialmente come “persona informata dei fatti”per essere sottoposto ad una serie di domande stupide e irrilevanti - in un oscuro procedimento penale- sull’uso dei telefoni a lui intestati da parte di altre persone indagate.
In realtà, dopo pochi minuti, la stanza in cui avveniva questo strano interrogatorio si riempie di altri funzionari della Digos, fino ad un totale di cinque. Questi, con modi formalmente cortesi e accattivanti cominciano a fare al Bassetti una serie di domande sulle sue denunce relative alla tortura elettronica in Italia ed alla presunta corruzione all’interno degli uffici della Camera dei deputati. Quanto alla tortura, un ispettore incomincia ad accusare di faziosità il libro “La tortura nel Bel Paese, il suo curatore sottoscritto Romano Nobile nonché il senatore Russo Spena, reo di aver scritto la prefazione allo stesso libro. Affermando quindi perentoriamente che in Italia la tortura non esiste. Insomma alla fine invitava bonariamente il Bassetti a starsene tranquillo ed a godersi la pensione.
E’ evidente, al di là dei modi cortesi , il tentativo di intimidazione ai danni di Bassetti che si cerca di coinvolgere in oscure vicende.
Sta di fatto che pochi giorni dopo tale intimidazione, si verificano due altri fatti abbastanza inquietanti.
Il sito di Indymedia –Italia viene praticamente azzerato. Michele Fabiani , che assieme al Bassetti aveva firmato alcune denunce apparse su Indymedia, viene coinvolto in un grave incidente automobilistico (scoppio di ambedue le gomme anteriori della propria auto) a seguito del quale viene ricoverato all’ospedale di Spoleto con gravi fratture e commozione celebrale.
Dopo vari mesi, uscito dall’Ospedale, il Fabiani riceve un’improvvisa visita dei Carabinieri a casa, con la scusa di dover effettuare una perquisizione su traffico di droga. Risultato pulito, viene ugualmente condotto in caserma, e qui minacciato per ore in ordine alla sua militanza anarchica, Viene alla fine invitato a stare più calmo, in caso contrario, nell’eventualità di nuovi incidenti, non sarebbero accorsi a salvarlo.
Da rilevare al riguardo che Michele Fabiani è autore di un dossier su controllo mentale e torture elettroniche, che da tempo viene distribuito in modo militante.
Senza alcun motivo valido a Roma viene inoltre improvvisamente sgomberato il centro sociale “Gatto Selvaggio” che recentemente aveva ospitato una presentazione-dibattito del libro in questione e si era fatto carico di diffondere il dossier di Michele Fabiani.
Sull’origine delle torture elettroniche ed anche delle persecuzioni, si possono fare diverse ipotesi.
1)Che il clima di sospetto diffuso dopo l’11 settembre abbia anche provocato la diffusione in Italia in ambienti dei servizi segreti che godono della più completa impunità e sui quali non viene esercitato dal Copaco alcun effettivo controllo, di metodi di intimidazione e di tortura sofisticata per colpire persone con precedenti penali o che siano ritenute per qualche motivo politicamente pericolose per la sicurezza.
Tra le vittime catalogate dall’associazione Avem, figurano però anche persone non politicizzate, per cui, come seconda ipotesi, si può ritenere che alcune armi non letali siano sperimentate anche in Italia su individui particolarmente deboli e indifesi.
Si tratta di ipotesi, che troverebbero gli spazi operativi nella incontrollabilità ed autoreferenzialità di alcuni settori dei servizi con licenza di commettere reati.
Da segnalare al riguardo che proprio ieri lo stesso Capo del Sismi, davanti al Copaco, la commissione di controllo sui servizi, ha dichiarato che il 50% degli agenti del Sismi sarebbero incapaci ed inaffidabili per la nostra sicurezza.
Il fatto che tutti i governi che si susseguono non hanno alcun interesse ad interferire in questa zona grigia (che evidentemente fa comodo a tutti)rende peraltro giustificato qualsiasi sospetto.
Senza qui abbracciare come oro colato alcuna delle due ipotesi , penso che data la rilevanza del fenomeno, sia doveroso da parte degli organi di stampa rompere il silenzio e approfondire i fatti anche se in senso critico. Penso anche che da parte di esponenti politici garantisti si debba pretendere che si faccia luce attraverso il Copaco od organi della magistratura.
Per finire, ciò su cui voglio insistere è che la violazione dei diritti umani , specie in un paese “democratico”(tra virgolette) non avviene quasi mai alla luce del sole, e che in un paese dove si sono susseguite negli anni stragi ed altre nefandezze di cui non si è venuti mai a capo e non si conoscono i colpevoli ,si ha ben il diritto di pretendere che alcuni sotterranei vengano bonificati. Lotta preventiva alla violazione dei diritti umani significa combattere l’opacità e far trionfare la trasparenza in ogni servizio dello Stato.
P.S.
Questo articolo è stato scritto anteriormente ai recenti gravissimi e clamorosi atti repressivi: nei confronti dell’AVae-m che -nel quadro della montatura di Potenza contro lo SLAI COBAS per il sindacato di classe- ha visto 5 suoi aderenti sottoposti a perquisizione il 16 ottobre scorso; nei confronti di MICHELE FABIANI che, insieme a 4 giovani compagni, è stato clamorosamente arrestato a Spoleto il 23 ottobre scorso ed è tuttora detenuto a Perugia.
Queste provocazioni, attuate in base alle solite norme fasciste contro i reati associativi, confermano ulteriormente quanto sostenuto sopra. 


"Gli esseri umani con l'impianto possono essere seguiti dappertutto. Le loro funzioni cerebrali possono essere controllate remotamente dai supercomputers e anche alterate mediante la variazione delle frequenze," ha affermato il dott. Kilde.
"Come cavie per gli esperimenti segreti sono stati usati detenuti, soldati, pazienti psichiatrici, bambini handicappati, persone sordomute, omosessuali, donne single, anziani, scolari, e ogni gruppo di persone considerato "marginale" dagli sperimentatori dell'elite. I report pubblicati sulle esperienze dei detenuti nel penitenziario dello Utah State Prison, per esempio, scuotono la coscienza.

"Gli odierni microchips si attivano tramite onde radio a bassa frequenza che li bersagliano. Con l'aiuto dei satelliti, l'individuo impiantato può essere seguito ovunque sul globo. Questa tecnica è una di quelle che sono state testate nella guerra in Iraq, dice il dott. Carl Sanders, colui che inventò l'intelligence-manned interface (IMI) biotico, che viene iniettato nelle persone. (A suo tempo, nella guerra del Vietnam, ai soldati veniva iniettato il Rambo chip, progettato per aumentare il flusso di adrenalina nel sangue.) I supercomputers da 20-miliardi-bit/secondo presso la NSA (National Security Agency) possono ora "vedere e udire" quello che sperimentano i soldati sul campo di battaglia con un sistema di monitoring remoto (RMS).

"Quando un microchip di 5-micromillimetri (il diametro di un capello è di 50 micromillimetri) viene posto sul nervo ottico dell'occhio, riesce a tracciare i neuro-impulsi del cervello che rappresenta le esperienze, gli odori, la vista, e la voce della persona impiantata. Appena trasferiti e memorizzati in un computer, questi neuro-impulsi possono essere inviati indietro al cervello della persona tramite il microchip per essere rivissuti. Usando un RMS, un operatore di computer sul campo può inviare messaggi elettromagnetici (codificati in segnali) al sistema nervoso, influenzando il comportamento del bersaglio. Con l'RMS, si possono indurre allucinazioni visive e sonore in persone del tutto sane.

"Ogni pensiero, reazione, suono, e osservazione visiva determina un certo potenziale neurologico (spike) e configurazioni nel cervello e i suoi campi elettromagnetici, che possono ora essere decodificati in pensieri, visioni e voci. La stimolazione elettromagnetica può pertanto alterare le onde cerebrali di una persona e influenzarne l'attività muscolare, generando crampi muscolari dolorosi vissuti come tortura."
 

La società VeriChip Corp, con sede a Delray Beach, in Florida, vuole convincere il Pentagono che impiantare un microchip a tutti gli addetti delle forze armate rappresenterebbe un'ottima soluzione per l'identificazione immediata dei singoli soggetti. Si tratta di un nuovo microchip RFID (Radio Frequency Identification), appositamente studiato per le forze armate, da impiantare sotto la pelle del braccio destro dei militari e di tutti gli addetti delle forze armate statunitensi, compreso il personale femminile.
Con questo microchip ogni singolo soldato e addetto può essere identificato e quindi abilitato a determinate aree di lavoro. Inoltre, nel microchip RFID può essere installata, e man mano aggiornata, tutta la storia medica del milite. Questi microchip, che vengono chiamati in gergo "The chips would" ovvero "patatine fritte", potrebbero sostituire le vecchie ed obsolete targhette di metallo militari, che sono state introdotte nel lontano 1906.
postato da: SpawN72 alle ore 15:38 | Permalink commenti (1)