Roberto Abraham Scaruffi

Friday, 3 January 2014

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Newsletter del 03 gennaio 2014
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M&C gennaio 2014

Il sommario del n.109 di Mente&Cervello, in edicola dal 27 dicembre

L'EDITORIALE: Tutto quello che sappiamo sul linguaggio, per oraleggi l'articolo »
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Il ruolo dell'ossitocina nel riconoscere i volti

L'ossitocina, un neurotrasmettitore fondamentale nello sviluppo cognitivo sociale in tutti gli animali, è cruciale nella capacità di riconoscere i visi. Nei familiari di persone autistiche, infatti, le differenze in questa abilità dipendono dalle varianti del gene per l'ossitocina. Il risultato è importante per lo studio della genetica dei disturbi mentali in cui è compromessa la competenza sociale e per comprendere come il legame tra ossitocina ed elaborazione dell'informazione sociale si è conservato nel corso dell'evoluzione dell'architettura neurobiologica negli animalileggi l'articolo »
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Tutto quello che sappiamo sul linguaggio, per ora

L'editoriale del n.109 di Mente&Cervello, in edicola dal 27 dicembreleggi l'articolo »
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Dio è morto? La crisi di religiosità che attraversa il mondo

Fede e sentimento religioso stanno perdendo sempre più di importanza, soprattutto tra i giovani, di pari passo con la diffusione della democrazia e con l'apertura delle frontiere commerciali. Lo rivela un nuovo studio condotto in 13 paesi del mondoleggi l'articolo »
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Strategie di movimento, dagli insetti all'uomo

Nella ricerca di cibo, i cacciatori-raccoglitori si muovono seguendo uno schema osservato in numerose specie animali, costituito da serie di piccoli passi intervallate da tragitti più lunghi. Lo ha scoperto una ricerca che ha seguito con il GPS alcuni membri della tribù Hadza, in Tanzania. Il risultato suggerisce anche che questo schema di spostamenti abbia caratterizzato la mobilità di ominidi come Homo erectus e che si sia mantenuto fino a oggi nella nostra specie, influendo sull'organizzazione logistica della societàleggi l'articolo »
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Lunga vita agli esseri umani

Gli esseri umani vivono molto più a lungo di tutti gli altri primati, un fatto tradizionalmente attribuito alla medicina moderna, alla disponibilità di cibo e al sistema fognario. Nuove ricerche suggeriscono però che, sebbene questi fattori abbiano esteso la vita umana negli ultimi 200 anni, la tendenza sia in realtà iniziata molto prima. Con l’introduzione della carne nella dieta umana si sono dovute sviluppare difese contro gli agenti patogeni contingenti. Queste difese allungano la vita, ma favoriscono le malattie nell’età avanzataleggi l'articolo »
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Nuotare nella melassa

Nel 1919 un deposito di melassa esplose, liberando un’enorme ondata di fluido viscoso nelle strade di Boston. Molte persone e animali vennero soffocati dalla melassa, da cui non riuscirono a scappare. Essendo così piccoli, batteri e altri microbi faticano per muoversi nell’acqua e in diversi altri liquidi come faremmo noi nella melassa. La maggior parte dei microrganismi risolve il problema con potenti code simili a fruste o numerosi minuscoli capelli che fungono da remi. Alcuni microbi, però, hanno confuso gli scienziati per anni, riuscendo a nuotare senza usare alcuna appendice esterna. Recentemente i ricercatori hanno iniziato a svelare alcuni di questi misteri, rivelando adattamenti evolutivi quali complicati motori proteici ed enzimi che diluiscono i fluidi viscosileggi l'articolo »
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Carta contro pixel

Negli ultimi vent’anni vari studi hanno dimostrato che le persone capiscono e ricordano meglio quello che leggono su carta rispetto a quello che leggono su schermo. Gli schermi potrebbero inibire la comprensione impedendo di navigare e mappare in modo intuitivo i testi più lunghi. In generale gli schermi sono più faticosi della carta dal punto di vista cognitivo e fisico. Scorrere un testo digitale richiede uno sforzo costante, e poi tablet e computer portatili hanno schermi LCD che affaticano gli occhi e possono causare mal di testa perché «sparano» la luce negli occhi del lettore. Alcuni studi preliminari suggeriscono che anche i «nativi digitali» ricordino più facilmente il senso generale di una storia quando viene letto loro un libro tradizionale, perché i contenuti multimediali degli e-book arricchiti (o enhanced e-books) e addirittura gli e-reader stessi li distraggono. Insomma, il punto di forza della carta potrebbe essere la sua semplicità.leggi l'articolo »
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Droni hackerati

Si prevede che nel 2020 i cieli statunitensi saranno solcati da oltre 10.000 aerei senza pilota usati per scopi di ricognizione, soccorso, controllo delle linee elettriche o ricerca scientifica. Svolgere questi compiti con i droni diventerà più economico dei sistemi tradizionali che coinvolgono piloti umani. La possibilità di vedere questi sciami di droni nello spazio aereo pone problemi di sicurezza che le agenzie regolatorie non sono preparate ad affrontare. Il ruolo tradizionale della Federal Aviation Administration (FAA), impedire che due aerei possano entrare in collisione, dovrà essere esteso per includere la capacità di impedire che i droni possano essere dirottati. Occorre adottare alcuni passaggi tecnologici che permettano di rendere sicuri i segnali radio che guidano e controllano l’aereo, impedendo che vengano hackerati o disturbati da malintenzionati che volessero impadronirsi dei comandi e magari usare il drone come armaleggi l'articolo »
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Idee che cambiano il mondo

Un risultato scientifico può essere intelligente, allettante e insolito, eppure non uscire mai dal laboratorio. Per cambiare il mondo, una nuova idea deve trovare la strada che porta dal tavolo di progettazione a prodotti e processi produttivi concreti; deve essere, per dirlo nel gergo della Silicon Valley, «scalabile». Nessuno può prevedere il futuro, ma ciascuno dei dieci progressi illustrati nelle pagine che seguono ha il potenziale per diventare qualcosa di importante. Cominciamo con un articolo su un nuovo modo di progettare i materiali atomo per atomo, grazie ai supercomputer e alle equazioni della meccanica quantistica, che potrebbe permettere di innovare senza sudare, o quanto meno senza sudare troppo (p. 30). Continuiamo con una rapida carrellata (p. 35) che va da «metamateriali» che promettono telefoni cellulari sottili come una carta di credito a terapie genomiche che fanno dei comuni batteri intestinali un’arma contro le malattie, da aerei e ponti composti da pezzi ultraleggeri da assemblare come mattoncini delle costruzioni a un antisettico che potrebbe prevenire la morte di 500.000 bambini ogni anno; e altre buone idee. Prepariamoci a vederle in giro, nei prossimi anni.leggi l'articolo »
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Il minimo teorico

A richiesta con «Le Scienze» di gennaioleggi l'articolo »
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Il re delle bestie

Milioni di anni fa la diversità fra i grandi carnivori africani era molto più grande di quella attuale, sia per numero di specie sia per i ruoli ecologici che avevano. L’analisi dei fossili mostra che il declino è iniziato oltre 2 milioni di anni fa, più o meno nello stesso periodo in cui i primi rappresentanti del genere Homo, di cui fa parte anche la nostra specie, hanno iniziato a mangiare più carne. La coincidenza temporale fa pensare che la competizione con gli esseri umani per l’accesso alle prede potrebbe aver portato alcuni grandi carnivori all’estinzione, e potrebbe anche aver dato il via a un’intera cascata di altri cambiamenti ecologicileggi l'articolo »
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Il predatore longevo

L'editoriale del numero 545 di Le Scienze, gennaio 2014leggi l'articolo »
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Le Scienze n.545

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Mondi con due soli

Dato che le stelle binarie sono molto comuni, gli astronomi si sono chiesti se esistano «pianeti circumbinari», ovvero pianeti in orbita attorno a una coppia di stelle. Alcuni ritenevano che l’ambiente nelle vicinanze di un sistema stellare binario potesse risultare troppo caotico per consentire la formazione di pianeti. Tuttavia recenti scoperte indicano non solo che i pianeti circumbinari esistono, ma anche che potrebbero trovarsi nella zona abitabile del sistema stellare, in cui è possibile la presenza di acqua liquidaleggi l'articolo »
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Perché a Capodanno si può credere al libero arbitrio

Il libero arbitrio non è il potere di astrarsi dal tessuto causale del mondo fisico, come vorrebbe parte della tradizione filosofica,  ma la capacità di percepire, meditare e mettere in atto delle scelte. A dispetto di  esperimenti famosi e delle opinioni di famosi scienziatileggi l'articolo »
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Elogio dell'ape

Le api sanno risolvere compiti quotidiani complessi e possono riadattarli in base al contesto, dimostrando una capacità che gli scienziati pensavano alla portata dei soli vertebrati. Tutto questo grazie a un cervello assai piccolo (ha un volume di un millimetro cubo), e leggero (pesa un milligrammo), composto da appena un milione di neuroni. Questi insetti distinguono stimoli visivi complessi, e addirittura riescono a distinguere due volti umani molto simili tra loro; inoltre sanno categorizzare e concettualizzare. È stato dimostrato che le api possono creare categorie di concetti quali uguale-diverso, sopra-sotto, simmetricoasimmetrico, facce umane-facce non umane. Una delle chiavi nella risoluzione dei compiti cognitivi complessi è l’organizzazione dei neuroni dell’ape in aree specifiche specializzate e l’asimmetria cerebrale delle funzioni tra emisfero destro e sinistro. Nuove tecniche permetteranno di capire come compiti cognitivi in apparenza complessi sono elaborati nel cervello dell'ape e faranno luce anche sul ruolo dei milioni di neuroni dei cervelli dei vertebratileggi l'articolo »
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Una mappa delle sensazioni fisiche associate alle emozioni

Ogni emozione è associata a sensazioni corporee che interessano aree specifiche del corpo. Per la prima volta è stata realizzata una mappa che descrive questa associazione, che si è rivelata universale, ossia indipendente dal background culturale delle persone leggi l'articolo »
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Scienza 2013: la più importante secondo voi

Il 20 dicembre abbiamo aperto un sondaggio chiedendovi di scegliere le notizie scientifiche dell'anno che vi avevano colpito, interessato o emozionato di più tra una rosa di dieci selezionate dalla redazione. Il sondaggio si è chiuso il 31 dicembre, ed ecco la "top ten" della scienza 2013 secondo i lettori di Le Scienzeleggi l'articolo »
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Dalle staminali una terapia genica contro i tumori

Un gruppo di ricercatori dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e dell'Istituto Telethon per la terapia genica (TIGET) è riuscito a intervenire sulle staminali ematopoietiche, da cui hanno origine tutte le cellule del sangue, in modo che i macrofagi che ne derivano producano interferone alfa proprio dove si sta sviluppando un tumore. Il metodo rende quindi possibile sfruttare la potente attività antitumorale della sostanza evitando gli effetti tossici che finora ne hanno ostacolato l'uso clinicoleggi l'articolo »