Per
John Foot (Guardian) nessuno conosce le reali ragioni del successo del
Movimento 5 Stelle in Sicilia. Ma un fatto è certo: "tutti i partiti
tradizionali sono terrorizzati da quel che potrà accadere alle elezioni
generali nella primavera 2013". Il M5S è in procinto di mettere da parte
tutta la classe politica italiana. Non ha tutti i torti, John Foot. La
sua analisi per una parte è molto simile a quanto già si è letto in
Italia: ci ricorda che Grillo era un comico di successo e che si bruciò -
televisivamente parlando - quando disse che i socialisti di Bettino
Crazi erano dei ladri. Da allora ebbe inizio l'esilio di Grillo dalla
Tv, fatto che lo ha condotto, dopo un lungo e tortuoso viaggio,
all'attività di blogger e ora di capopolitico.
I
seguaci di Grillo, per quanto ne sappiamo, tendono ad essere giovani e
idealisti. La maggior parte dei suoi candidati non ha alcuna esperienza
politica. Molti, se non tutti, sono cresciuti con internet e lo usano
quasi esclusivamente per comunicare e ottenere informazioni e notizie.
Il Partito di Grillo è sia postmoderno che post-politico. Ma il
Movimento Cinque Stelle combina questi nuovi elementi con un vecchio
stile, il populismo anti-politico.
Appunto,
la vecchia retorica dell'antipolitica è stata il carburante poco nobile
su cui è stato edificato un consenso ventennale, quello di Berlusconi e
dei suoi alleati, in primis Bossi. Era antipolitica la figura del
candidato-imprenditore, del secessionista in canottiera. Lo era rispetto
alle facce lugubri e alle perifrasi dei capicorrente del pentapartito. A
quella retorica abbiamo sostituito la retorica del
berlusconismo-antiberlusconismo, ingurgitando per anni dibattiti
televisivi orientati sul nulla e legislature piegate alla volontà di uno
solo. Ora che proviamo odio per tutto ciò, qualcuno è già pronto per
cavalcarlo. E' stato tanto scaltro da prevederlo per tempo, che avremmo
odiato la politica e tutti i suoi privilegi, anche quelli meritati.
Che
cosa significa il successo di Grillo per l'Italia? E 'interessante
guardare il "programma" a 5 Stelle, che è quasi del tutto negativo. Il
manifesto è costituito in gran parte da una serie di leggi esistenti che
saranno abrogate una volta preso il potere, oltre a un po' di ecologia
(Grillo è quasi un messia in materia ambientale) e una buona dose di
euroscetticismo. Non è un programma di governo. Grillo non ha nulla da
dire a 5 milioni di immigrati, e molto poco da dire in Europa. Il suo
messaggio è solo per gli italiani, e il suo linguaggio violento e
anti-istituzionale gli ha attirato accuse occasionali circa il fatto che
lui sarebbe un "fascista del web". Altri hanno visto in lui una
versione di Berlusconi basata u internet. Ci sono dubbi anche sul suo
controllo sul "movimento", che sembra essere assoluto, e forse un po'
simile alle strutture di potere che lui è così pronto a criticare in
altri. [...] Qualunque cosa accada, il Movimento a Cinque Stelle non può
più essere ignorato, e la reazione violenta della politica (e
dell'élite intellettuale) al sorgere di Grillo è una chiara indicazione
che abbiamo bisogno di prendere questo comico molto sul serio.