IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
OGGI IN EDICOLAPRIMA PAGINASenza Thatcher non si diventa Blair“E’ un leader formidabile”, diceva lei. “God, she is so strong”, ricambiava lui. Blair sopravvisse alla simpatia reciproca con la Lady di Ferro soltanto vincendo le elezioni con il New Labour (e diventandone l’erede a sinistra)SECONDA PAGINAL’azione “di stampo fascista” di Renzi ci ha privato di Max e della sinistradi Piero SansonettiLa prima settimana di Matteo e la forconizzazione del dibattito politicodi Mario SechiEDITORIALILa chiesa nella città dei mortiCosa vede lo sguardo lucido di Schönborn nelle macerie d’EuropaANALISIIl sogno europeo sta finendo. Ma come svegliarsi è un problemaLe tesi choc di Heisbourg, francese d’establishment, che vuole seppellire l’euro ma con la vanga franco-tedescaINSERTO DEL SABATOIl Joker del Cav.Cattivissimo, vulcanico, imprendibile. Il Brunetta d’opposizione è il nemico pubblico della Gotham City abitata da Letta e Alfano
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I due si guardano, si cercano, si studiano, si seguono, fingono di vivere in un clima di grande cordialità, grande amicizia, grande intesa e grande affinità, e alla fine, a nemmeno una settimana dalle primarie, si ritrovano già a vivere in una situazione un po’ così: a metà tra il sogno della rincorsa e l’incubo del sorpasso. Altro che patto. Partiamo dalla rincorsa (e dal Consiglio dei ministri di ieri) e poi arriviamo al sorpasso (con una notizia sfiziosa).
La verità, sconsolante quanto si vuole, è che non siamo pronti per Matteo Renzi: né io né voi. Come quei convalescenti che si affezionano al letto d’ospedale e che trovano conforto nel rigirarne e sprimacciarne all’infinito il cuscino, sappiamo in astratto che dovremo alzarci, che prima o poi saremo dimessi, ma abbiamo bisogno di indugiare ancora un poco sulle vecchie diatribe, sulle vecchie scaramucce, sulle vecchie ragioni d’incazzatura.