Roberto Abraham Scaruffi: Beghe tra CDB e Napolitano...

Saturday, 14 December 2013

Beghe tra CDB e Napolitano...

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Senza Thatcher non si diventa Blair

“E’ un leader formidabile”, diceva lei. “God, she is so strong”, ricambiava lui. Blair sopravvisse alla simpatia reciproca con la Lady di Ferro soltanto vincendo le elezioni con il New Labour (e diventandone l’erede a sinistra)
SECONDA PAGINA

L’azione “di stampo fascista” di Renzi ci ha privato di Max e della sinistra

di Piero Sansonetti

La prima settimana di Matteo e la forconizzazione del dibattito politico

di Mario Sechi
EDITORIALI

La chiesa nella città dei morti

Cosa vede lo sguardo lucido di Schönborn nelle macerie d’Europa
ANALISI

Il sogno europeo sta finendo. Ma come svegliarsi è un problema

Le tesi choc di Heisbourg, francese d’establishment, che vuole seppellire l’euro ma con la vanga franco-tedesca
INSERTO DEL SABATO

Il Joker del Cav.

Cattivissimo, vulcanico, imprendibile. Il Brunetta d’opposizione è il nemico pubblico della Gotham City abitata da Letta e Alfano
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Tra tregue e tempeste

Letta e Renzi tra rincorse e piani per votare prima del semestre europeo

Il governo Leopolda taglia il finanziamento ai partiti. Renziani in fermento sulla legge elettorale e la finestra del 25 maggio
I due si guardano, si cercano, si studiano, si seguono, fingono di vivere in un clima di grande cordialità, grande amicizia, grande intesa e grande affinità, e alla fine, a nemmeno una settimana dalle primarie, si ritrovano già a vivere in una situazione un po’ così: a metà tra il sogno della rincorsa e l’incubo del sorpasso. Altro che patto. Partiamo dalla rincorsa (e dal Consiglio dei ministri di ieri) e poi arriviamo al sorpasso (con una notizia sfiziosa).
Vietti Il governo brevi intese. Parla Casini
di Claudio Cerasa

Postumi a se stessi

Come in una parodia di Sartre, con Ingroia & Co. condannati a ridire le stesse cazzate. Matteo, rottamaci
La verità, sconsolante quanto si vuole, è che non siamo pronti per Matteo Renzi: né io né voi. Come quei convalescenti che si affezionano al letto d’ospedale e che trovano conforto nel rigirarne e sprimacciarne all’infinito il cuscino, sappiamo in astratto che dovremo alzarci, che prima o poi saremo dimessi, ma abbiamo bisogno di indugiare ancora un poco sulle vecchie diatribe, sulle vecchie scaramucce, sulle vecchie ragioni d’incazzatura.
di Guido Vitiello