Roberto Abraham Scaruffi

Friday 17 May 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Francesco duro con i mercati signori del mondo, ma va letto bene

di Matteo Matzuzzi
SECONDA PAGINA

Il mondano Bret Easton Ellis scomunica il “fascismo gay”, cupo e infantile

di Giulio Meotti
ANALISI

Così la Cig in deroga impedisce l’opera di “igiene” del mercato

Vada per un ultimo intervento tampone, ma il sussidio alle imprese zombie va ripensato. E’ ragione di logica (e di lessico)

All’America s’è ristretto (molto) il deficit, piano con le feste però

E’ tornato ai livelli del 2008, Krugman ride sotto i baffi. Ma molti liberal dicono che è una gioia temporanea, purtroppo
EDITORIALI

La banca nel bunker

Moody’s declassa Bpm, imbrigliata (ma inutilmente) dai sindacati
INSERTI

Sognavamo Beckham

Il ritiro di David e la grande storia di un divo pallonaro diventato genio senza sregolatezza
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Francesco, il denaro e la vita indecente

Critica alla “cultura dello scarto”. Ma solo il liberalismo la può arginare
Papa Francesco è semplice e bello, come Ratzinger è stato semplice e bello. La differenza sta nell’attitudine “politica” (in gergo cattolico si dice: pastorale) del capo di una chiesa che vive nella tempesta del secolo, e che si vale dell’esperienza e della fede moderna ignaziana, e questo è Francesco; ovvero nel sale aristocratico di un pensiero teologico forte, che penetra nel profondo delle cause intellettuali e morali del modo di essere uomini e donne in questo tempo e in tutti i tempi, e questo è stato Benedetto. Il semplificatore collettivo potrebbe dire: per otto anni Benedetto ha giudicato, ora Francesco assolve e fa di Cristo l’avvocato difensore di un’umanità che, grazie a lui, può tornare a imparare l’arte di chiedere il perdono di Dio. Non è così, con ogni evidenza.
di Giuliano Ferrara

Il ministro e il professore

Stefano Fassina, socialista ma felicemente esperto di capitalismo moderno, e Alberto Bisin, economista liberista non dogmatico, si incontrano al Foglio con un direttore mezzo liberale. Ecco
Ferrara. Discuteremo anche dell’agenda del governo Letta, ma la cosa più interessante è fare una discussione – senza aver paura del termine – “ideologica”, cioè dare forma a un problema che è il seguente. Si possono fare molte cose: ridurre le tasse e la spesa, oppure si può aumentare la spesa. Il Nobel americano Paul Krugman vuole che si assumano in grande quantità insegnanti e operatori, che si faccia ricorso alla spesa pubblica per contrastare la crisi. Poi si può considerare il welfare come un’acquisizione europea intangibile o lo si può riformare in tanti modi diversi. Si può ridimensionare l’austerità che pure qualche risultato inizia a portarlo, vedi in Grecia o anche il ridimensionamento dello spread come indicatore finanziario della salute della finanza pubblica in alcuni paesi del sud Europa.