Roberto Abraham Scaruffi

Wednesday 8 May 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Economia choc

Per Ruggeri, ex Fiat, non si torna a crescere se non si accettano “traumi” liberali nel breve

Calcoli e spettri

Quanto paga un intervento in Siria in termini di politica interna? Le domande di Obama
SECONDA PAGINA

Terzo stato, MicroMega e metallurgici uniti per il Polo Rodotà (tà-tà)

EDITORIALI

Non aspettiamo una nuova Srebrenica

Una camicetta rossa sul corpo di una bimba. L’ultima strage di Assad
ANALISI

Incognite e rischi nell’interventismo di Cdp sull’affaire Telecom

Il Cda del gruppo telefonico sulle sorti della rete fissa. Infrastruttura obsoleta, dipendenti nel limbo e neocapitalismo di stato

Per un nativo digitale la “vita vera” non è bici e passeggiate

L’esperimento del giornalista ventiseienne Paul Miller: un anno senza Internet per capire che si sta meglio da connessi
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OGGI ONLINE

Scriveteci la vostra sul governo Letta: il migliore vincerà due cartoni di lambrusco

Incominciamo con le domande. In molti si domandano: ce la farà il governo Letta? Il primo risvolto è: ce la faremo a tirarci fuori dai pasticci realizzando qualcosa di buono almeno nei prossimi tre anni, che è il periodo minimo per un serio impegno? Su che cosa è possibile che forze diverse si intendano al di là del disprezzo antropologico, delle differenze etiche reali, degli stili stellarmente separati di vita e di prassi pubblica e privata? Chi avrà la risposta più convincente, a insindacabile giudizio di una giuria composta dalla intera redazione del Foglio, otterrà un premio fissato in due cartoni di buon Lambrusco.
I manoscritti (non più di 4.000 battute spazi inclusi) e le proposte d’intervista devono essere indirizzati a largheintese AT ilfoglio.it. Astenersi perditempo e mozzorecchi.
di Giuliano Ferrara
La relatività delle “red line”

Sulla Siria, Teheran fa il verso a Obama con il “piano Suleimani”

L’Iran preme per un governo di transizione a Damasco. La difesa della “35esima provincia iraniana”
Teheran fa il verso a Washington e ribadisce che l’uso di armi chimiche è la sua linea rossa e suggerisce di indagare sugli insorti, chiama i “fratelli arabi” a reagire agli strike israeliani e l’Onu a condannare il governo di Gerusalemme. Così mentre ogni giorno si allunga la conta dei morti siriani e sale la temperatura della guerra fredda con Israele – ieri quattro peacekeeper dell’Onu sono stati “rapiti” o “detenuti” sul Golan dai ribelli siriani – a Teheran si ragiona a freddo. In visita in Giordania a pochi giorni dal viaggio di re Abdullah II a Washington, e di quello del ministro degli Esteri giordano a Roma dove incontrerà il segretario di stato americano John Kerry, il capo della diplomazia iraniana Ali Akbar Salehi ha invitato il regime di Damasco a dialogare con l’opposizione allo scopo di formare un governo di transizione.
di Tatiana Boutourline