Roberto Abraham Scaruffi

Friday, 22 August 2014

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Newsletter del 22 agosto 2014
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Incontro con i Nobel: la lunga strada per capire il cervello

L'optogenetica è una tecnica di indagine del comportamento dei neuroni che consente una precisione eccezionale nello studio del comportamento delle cellule del cervello. Offre la possibilità di stimolare i neuroni e osservare la risposta agli stimoli in modo quasi istantaneo, nell'ordine dei millisecondi.

Ed è proprio dall'uso di questa tecnica, e dal suo affinamento con esperimenti sempre migliori, che Erwin Neher, fisico e neurologo, premio Nobel per la Medicina nel 1991, si aspetta le maggiori sorprese nello studio del cervello nei prossimi tempi dal punto di vista sperimentale. Dal punto di vista teorico, invece, secondo lui sarà la neuroscienza computazionale la strada migliore per lo sviluppo di modelli di riferimento. Così il compito dei neuroscienziati potrà essere soprattutto di studiare esperimenti basati su questi due grandi punti di riferimento.

A settant'anni compiuti, e più di vent'anni dopo aver ricevuto il Nobel, nel 1991, per lo studio dei canali ionici dei neuroni e sopratutto per la tecnica messa a punto per riuscire nell'impresa, Erwin Neher è ancora in piena attività nel suo laboratorio al Max Planck Institute di Göttingen, in Germania. Oggi il suo impegno è tentare di capire la plasticità sinaptica a breve termine. Un meccanismo, racconta, che da più di 50 anni tiene sulla corda gli scienziati alla caccia di una spiegazione soddisfacente per questa variazione della forza delle sinapsi.

Ai grandi progetti per lo studio del cervello, come i due giganteschi progetti di investimento messi in campo da Stati Uniti e Unione Europea, Neher guarda con interesse, ma anche con molto scetticismo. L'idea della UE di poter arrivare a produrre una simulazione al computer del funzionamento di un cervello, in particolare, non lo convince per nulla, dice, anticipando così in questa intervista, registrata ai primi di luglio al Meeting di Lindau, una posizione che appare condivisa da un numero crescente di suoi colleghi.leggi l'articolo »
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Art of science 2014, il bello della ricerca scientifica

I potenti strumenti di visualizzazione che vengono usati oggi nella ricerca scientifica permettono di catturare immagini del nostro mondo in modi mai visti prima, producendo a volte risultati di grande interesse anche estetico.

La giuria del concorso “Art of Science” promosso dalla Princeton University ha vagliato oltre 250 immagini raccolte da ricercatori e studenti nel corso della loro attività scientifica per selezionarne 45 che hanno dato vita a una mostra, attualmente esposta alla New York Hall of Science (fino a settembre).

L'intento di “Art of Science” è quello di stimolare una nuova simbiosi fra scienza e arte, aprendo gli scienziati a nuovi modi di "vedere" la propria ricerca e gli artisti a rilanciare il dibattito sulla natura dell'arte.leggi l'articolo »
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I Kilobot in azione

Capaci di scivolare sulla superficie e di comunicare fra loro solo a corto raggio, i 1024 Kolobot realizzati alla Harvard University sanno disporsi autonomamente nelle forme più disparate e complesse. Il video offre un esempio delle loro capacità e illustra  i principi di base usati dai loro ideatori.
(Video cortesia Michael Rubenstein, Harvard University/Science/AAAS)

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Il comportamento "biologico" di sciami di robot

I "Kilobot" creati dai ricercatori della Harvard University riescono a eseguire collettivamente compiti complessi, come disporsi per formare complicate figure bidimensionali in maniera del tutto autonoma. La ricerca permette di chiarire le capacità di auto-organizzazione degli organismi biologici e pone le basi per un uso efficiente della robotica distribuita, in cui si prevede la collaborazione di migliaia di robotleggi l'articolo »
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Ospedale Bambino Gesù: Bambini obesi, rischio cardiopatie e diabete già in età prescolare

Comunicato stampa - Pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Pediatrics studio del Bambino Gesù su più di 5.700 bambini tra i 2 e i 6 anni di età leggi l'articolo »
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Ecco i parenti moderni della "allucinante" creatura del Cambriano

Hallucigenia, l'enigmatica creatura vissuta più di 500 milioni di anni fa e riportata alla luce nei giacimenti delle Burgess Shales, in Canada, è imparentata con i moderni onicofori, invertebrati che vivono nelle foreste tropicali. Lo ha stabilito un nuovo studio, mettendo fine a un dibattito durato decenni sull'esatta classificazione tassonomica di questa bizzarra specie animaleleggi l'articolo »
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Perché da bambini smettiamo di contare sulle dita

Nel corso dello sviluppo delle capacità matematiche, che avviene nell'età prescolare e in quella scolare, il cervello del bambino subisce una riorganizzazione funzionale, caratterizzata da un calo dell'attività della regione prefrontale e parietale e da un progressivo coinvolgimento dell'ippocampo. Lo ha dimostrato un nuovo studio, chiarendo come lo svolgimento di un calcolo aritmetico può passare da un strategia basata su una procedura, come contare sulle dita, a una più evoluta, basata sulla memorialeggi l'articolo »
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AriSla: Nuova scoperta Italia-Usa sulle basi comuni della SLA e della demenza frontotemporale

Comunicato stampa: Il lavoro, che apre la strada per le terapie, è stato pubblicato sulla rivista internazionale Neuronleggi l'articolo »
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Una data certa per la scomparsa dei Neanderthal

Le ultime tracce dei neanderthaliani risalgono a un periodo compreso tra 42.000 e 39.000 anni fa: lo ha stabilito un nuovo studio grazie a una sofisticata tecnica di datazione dei reperti. Il risultato definisce una data certa per la scomparsa dei nostri antichi cugini dal continente europeo e implica che vi fu un lungo periodo di coabitazione, durato alcune migliaia di anni, con Homo sapiensleggi l'articolo »