Roberto Abraham Scaruffi

Saturday, 27 August 2011


MoviSol - Movimento Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà 
Newsletter n. 34/2011
Vertice di Parigi: dal governo economico europeo alla dittatura
Il giorno dopo il vertice tra la Cancelliera Angela Merkel e il Presidente Nicolas Sarkozy, tenutosi a Parigi il 16 agosto, Helga Zepp-LaRouche, presidente di Movisol tedesco, ha commentato l'annuncio del "governo economico" dell'UE fatto dai due leader, dicendo: "È scandaloso, non è più democrazia!". Secondo la signora LaRouche, questa decisione va contro la Costituzione tedesca e perfino contro il Trattato di Lisbona. Qualsiasi iniziativa verso un governo europeo, come lo è quest'ultima, richiederebbe un cambiamento della Costituzione tedesca che, a sua volta, richiederebbe un referendum.
E chi sono la Merkel e Sarkozy? "Non rappresentano mica tutti gli altri governi europei. Quindi quando annunciano di aver stabilito un governo europeo, come se fosse un fait accompli, questo è totalmente anticostituzionale! E antidemocratico".
Attualmente, i governi e le principali istituzioni in Europa sono totalmente alienati dalla popolazione, prosegue la signora LaRouche. Basti guardare al fenomeno degli "Indignados" e di coloro che simpatizzano con essi, i quali protestano contro la politica liberista che implica un'austerità feroce per le popolazioni.
Prima di adottare il Trattato di Lisbona, Sarkozy istruì i membri del Parlamento Europeo dicendo loro che andava evitato ogni referendum popolare perché avrebbe respinto il trattato. "Quindi cercano di imporre tutto questo dall'alto, sempre, con l'argomentazione che c'è l'emergenza e che i mercati impazziranno se non lo faremo".
È lo stesso argomento sviluppato da Carl Schmitt, il giurista che scrisse l'Ermaechtigungsgesetz (le leggi per i pieni poteri) dei nazisti, e secondo il quale un leader ha veri poteri solo in un'emergenza. Perché durante un'emergenza si possono prendere misure "che non verrebbero normalmente approvate con mezzi parlamentari o democratici. Quindi se si guarda a tutti i passi del processo dell'Euro, e della politica dei salvataggi bancari, si dice sempre: "Oh, c'è un'emergenza, i mercati vanno rassicurati, dobbiamo prendere una decisione. Tra due minuti aprono i mercati asiatici, dobbiamo approvare queste misure". C'è un metodo dietro tutto questo!
"La strada che stiamo prendendo è folle, e queste persone o sono dei veri e propri idioti, o sono malvagi. Se guardiamo a questi personaggi, Barroso, van Rompuy, Olli Rehn, sono dei tecnocrati servi di un impero. Perché mai un governo nazionale dovrebbe capitolare di fronte a una politica che è chiaramente contro gli interessi nazionali di ciascun paese"
Il gap tra la classe politica e la popolazione condurrà "a un cambiamento pacifico oppure a una terribile catastrofe. Il pericolo è quello che abbiamo visto con le rivolte in Gran Bretagna: c'è il pericolo di un'esplosione giacobina in tutta Europa, non c'è alcun dubbio. E naturalmente è alto anche il pericolo di provocazioni". È giunta l'ora di mettere fine a questa follia, ha concluso la signora LaRouche. Non abbiamo tempo da perdere".
Anche Liliana Gorini, presidente del Movimento Solidarietà, ha denunciato in un'intervista al "LaRouche Show" ed in un appello al Parlamento pubblicato sul sito movisol.org la decisione di includere il pareggio di bilancio nella Costituzione Italiana, decisione presa a seguito delle esplicite pressioni e ricatti del capo della BCE Jean-Claude Trichet e del governatore Mario Draghi. "L'articolo 1 della Costituzione italiana recita: 'L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. Con la loro lettera al governo italiano, ed il ricatto esplicito a non sostenere i nostri titoli di Stato se non avessimo incluso il pareggio di bilancio nella Costituzione, Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, attuale e futuro capo della BCE, hanno infranto i fondamenti stessi della sovranità sancita dalla nostra Costituzione. E forse era questo lo scopo dell'attacco mirato ai nostri titoli di stato, da parte degli stessi hedge fund speculativi che la Banca Centrale Europea sostiene a spada tratta, e che sono i primi beneficiari del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria", afferma l'appello di MoviSol.
Le voci anti-euro acquistano visibilità
Mentre l'UE scivola verso un sistema dittatoriale, le voci dissidenti rimangono minoritarie ma riscuotono maggior attenzione. I professori Wilhelm Hankel in Germania e Paolo Savona in Italia sono due rare eccezioni nella professione economica per aver denunciato la follia di aver creato una moneta sovrannazionale senza un governo dietro di essa.
Il 17 agosto il prof. Hankel è stato invitato a partecipare ad una discussione sugli Eurobond alla stazione radio Deutschlandfunk. Egli ha colto l'occasione per esporre agli ascoltatori quanto è avvenuto all'udienza della Corte Costituzionale, dove i giudici hanno implicitamente respinto le motivazioni di "emergenza" per giustificare l'aumento dei poteri dell'UE.
In un articolo pubblicato il 20 agosto sulla Junge Freiheit, Hankel ha ammonito che le politiche UE e in particolare gli Eurobond porteranno a esplosioni sociali anche in Germania. Questi moniti hanno sicuramente impressionato i lettori nel momento in cui a Berlino, dalla metà di agosto, vengono bruciate automobili ogni notte, in un evidente atto di emulazione dei disordini di Londra da parte di gruppi anarchici.
"L'Euro non può essere salvato né dai tete-a-tete confidenziali" tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, "né da una nuova Wunderwaffe chiamata 'eurobonds'", scrive Hankel. "Come possono i politici credere seriamente che il super-indebitamento può essere perennemente curato con debiti a buon mercato? Come possono presumere gli esperti, dopo l'amara esperienza della crisi finanziaria e bancaria, che ci sia un mercato ¬in grado di assorbire carta (senza valore) sostenuta solo da titoli spazzatura di stati europei minacciati di insolvenza, accontentandosi di tassi 'tedeschi'? Chiunque compri quella carta può farci subito una croce sopra".
L'unione dei trasferimenti non solo ucciderà l'euro, scrive Hankel, ma "aprirà la porta a disordini sociali e a rivolte giovanili come a Londra, Atene o Madrid (.) L'Europa deve decidere se affondare nel doppio pericolo del denaro e della società instabile con politici incompetenti - o se debba cercare politici che impediscano entrambi i pericoli con una moneta stabile".
In Italia, mentre l'intera classe politica è ossessionata dalla psicosi di obbedire alla BCE per evitare che i mercati puniscano il paese, il prof. Paolo Savona, capo del fondo interbancario di garanzia dei depositi, sembra aver mantenuto il sangue freddo. Il 18 agosto, Savona ha scritto su Il Foglio che l'Italia ha bisogno di un Piano B - per l'uscita dall'euro - nel caso che il Piano A fallisca.
"Tempo addietro - scrive Savona - fui criticato perché proposi di elaborare per tempo - e insisto che queste cose vanno preparate prima e non sanate dopo affannosamente - un Piano A, composto dalle decisioni da prendere per stare nell'euro, e un Piano B, composto dalle scelte da fare per uscirne ordinatamente. Ho sempre sperato che il paese avesse un Piano A solido e condiviso, ma ho anche sempre avuto il timore che alla fine avremmo dovuto ricorrere al Piano B, perché gli accordi europei muovono in direzione contraria allo sviluppo. Meglio affrontare una crisi pilotata con tutti gli strumenti a disposizione - ivi inclusa la creazione monetaria, i tassi dell'interesse e il cambio - piuttosto che essere oggetto di commissariamento europeo, che non ha tutti i crismi della solidarietà democratica".
Le politiche imposte dalla UE e dalla BCE per pareggiare il bilancio "sono deflazionistiche, ossia fanno cadere la crescita, aggravando il problema". L'origine del problema è stato il fare affidamento sul capitalismo per prendere decisioni, "un compito che spetta ai consessi democratici". Le agenzie di rating e le grandi banche globali "impongono la loro volontà ai governi, i quali finiscono con il seguirne le indicazioni. Fine della democrazia: i ricchi più ricchi e i poveri più poveri".
In precedenza, l'ex ministro Giuseppe Guarino unico costituzionalista italiano ad opporsi al Trattato di Lisbona, ha denunciato sul Corriere della Sera il fatto che nel ventennio seguito all'accordo di Maastricht, la politica di bilancio europea è fallita. In un'intervista al Corriere della Sera il 15 agosto, Guarino ha bocciato l'ultima manovra del governo. "Questa misure fiaccano consumi già modesti, congelano lo sviluppo, L'Italia non può crescere solo con le esportazioni, una frazione di quella frazione del PIL che è l'industria".
In Italia, negli anni Ottanta, "il debito pubblico cresceva, ma era in mano agli italiani che reimpiegavano in patria gli interessi ricevuti. E anche l'economia cresceva. Oggi metà del debito pubblico è in mani estere". Se il costo di rifinanziamento del debito è superiore o pari alla crescita del PIL, questo causa una fuoriuscita di capitali costante.
"Italia, Francia e Germania si sono sviluppate per oltre 30 anni grazie al Trattato di Roma, che non liberalizza i mercati finanziari ma stabilisce la concorrenza tra i produttori di merci nel mercato comunitario. L'aggettivo conta. Si dice comunitario perché lascia agli Stati le decisioni senza effetti transfrontalieri. L'Italia della CEE è la stessa delle Partecipazioni statali. Con il Trattato di Maastricht il mercato comunitario diventa unico e interno, salta la libertà d'iniziativa dei governi in patria e si sdoganano i flussi dei capitali dentro il mercato unico e tra questo e il resto del mondo. Di per sé non sarebbe un errore, ma lo diventa se chi liberalizza si lega le mani con schemi fissi in un mondo nel quale tutti gli altri - dagli USA alla Cina - si tengono le mani libere".
L'aver stabilito i vincoli di deficit e bilancio "ci hanno reso ingessati e prevedibili, esponendo la moneta unica alla speculazione".
I leader neri ora sono contro Obama, dice la congressista Maxine Waters
La popolarità di Obama è scesa ai minimi storici dopo l'approvazione della legge sul tetto del debito e il Super-Congresso il 2 agosto, e ancor di più dopo il suo tour del Midwest per promuovere i "posti di lavoro verdi" prima di andarsene in vacanza sull'isola di Martha's Vineyard. Un sondaggio Gallup del 18 agosto dimostra che il tasso di approvazione del suo operato sull'economia è sceso al 26%.
Mentre il Presidente parla di creare posti di lavoro, il Black Caucus, il gruppo nero al Congresso, ha organizzato fiere per il lavoro nelle principali città, a cui il Presidente si è rifiutato di partecipare. Non sorprende che la comunità afro-americana sia in rivolta per il tradimento del Presidente. Il senso di frustrazione degli elettori di colore è stato espresso dalla congressista democratica Maxine Waters, uno dei pilastri della comunità di colore. Durante una di queste fiere del lavoro a Detroit il 16 agosto ha invitato la folla a "scatenarsi" per indurre Obama a fare qualcosa. "Siamo stanchi, noi tutti" ha detto; "La disoccupazione è a livelli spropositati". Ha chiesto alla folla il permesso di parlare col Presidente e dirgli quello che pensano. La folla ha risposto "Fai pure!".
La Waters è uno dei 66 democratici che hanno votato contro l'infame legge sul tetto del debito il 1 agosto, a causa dei tagli draconiani ai programmi sociali che essa prevede, pur non aumentando le tasse per i ricchi. Ha ripetuto lo stesso messaggio alla fiera per il lavoro di Atlanta il 18 agosto, dove è stata quasi sommersa da 5.000-6.000 disoccupati, alcuni in fila da tutta la notte per entrare e presentare il loro curriculum vitae nella speranza di trovare un posto di lavoro.
Due personalità molto popolari nella comunità afro-americana, il Prof. Cornel West di Princeton e il conduttore televisivo Tavis Smiley, hanno concluso recentemente un tour di 18 città denunciando il Presidente Obama perché ignora i bisogni dei poveri. E in un articolo intitolato "L'America nera si risveglia da un incubo", il direttore esecutivo del Black Agenda Report rileva che Obama è passato dall'essere "la grande speranza nera" ad essere "il grande traditore nero".
Oltre alle minoranze, il movimento sindacale è ancor più critico di quello di colore nei confronti dei favori che Obama continua a fare a Wall Street. Il sindacato IAM, che conta 650.000 iscritti, ha annunciato che boicotterà la Convention democratica a Charlotte, in North Carolina, perché lo stato è tra i più anti-sindacali del paese. Tutto sta ad indicare che anche la confederazione sindacale AFL-CIO, la stessa che ha espresso il suo sostegno alla legge Glass-Steagall la scorsa settimana, farà lo stesso.
Indicative sono anche le dichiarazioni del parlamentare democratico dell'Oregon De Fazio, che ha dichiarato alla TV locale KGW che in sei incontri con la cittadinanza a cui aveva partecipato non ha trovato alcun sostegno per Obama. "Mi sa che la parola lotta non rientra nel suo vocabolario. Quando era candidato aveva promesso di far pagare le tasse ai ricchi che guadagnano più di 250.000 dollari". Ma poi, per raggiungere il compromesso sul tetto del debito, ha fatto concessioni ai repubblicani".
I "progressisti" che finora sostenevano Obama ora insistono sulla necessità di presentare un candidato alternativo alle primarie democratiche del 2012, e una mozione in questo senso è stata approvata all'inizio del mese alla Convention della California. Era stata presentata dal Progressive Caucus. Il gruppo di Obama si è così infuriato per la mozione che si è rifiutato, in modo del tutto non democratico, di certificare il Progressive Caucus.
Tutte queste iniziative, benché importanti, giungono troppo tardi e sono troppi timide. L'unica soluzione è che Obama lasci la Casa Bianca adesso.