Roberto Abraham Scaruffi

Sunday, 28 April 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

IL FOGLIANTE
Annalena Benini
Annalena BeniniNata a Ferrara nel 1975, laureata in Legge, ha cominciato lavorare per il Foglio nel 2001, durante uno stage. Scrive di costume, di persone, di libri e di quello che succede. Sposata a Roma, ha due bambini, Benedetta e Giulio, e un gatto, Cassia.
IL MEGLIO DELLA SETTIMANA
24 aprile 2013

La folla è femmina e cerca il bastone

La folla è femmina. E riconosce il bastone. Il randello sa sempre cosa farne della massa e non certo per fare della moltitudine un’opinione pubblica, ma un dettato. “Nulla”, diceva Adone Zoli, “è più privato dell’opinione pubblica”. E la prescrizione sillabata, la famosa parola d’ordine, non ha tecnicamente una coloritura “etica”. Vale tanto per “Re-sti-tui-re-mo l’Imu!”, quanto per “Ro-do-tà (tà-tà)”. La folla è sciantosa. E fa sempre ’a mossa. La folla geme quando, volentieri, si fa toccare le vergogne dal capobastone per cavarne dalle carni i rantoli più osceni. La folla – attenzione – non è mai solo “alle vongole”. Il vero bunga bunga, Silvio Berlusconi, lo ha fatto con la folla.
Ferrara Caro Mauro, ti scrivo
di Pietrangelo Buttafuoco
per abbonati
26 aprile 2013

Teologia politica di Napolitano

Il discorso di Giorgio Napolitano non era un’omelia, era un discorso politico schietto, severo, un brusco richiamo al principio di realtà che ha stordito un Parlamento in preda a una sindrome adolescenziale, incapace di districarsi. Se indagate su questa sindrome (sarebbe meglio dire: su questo morbo) vi accorgerete che quel discorso aveva come contenuto un concetto teologico fatale, che percorre tutto il Novecento, passa attraverso il Vaticano II, le leggi su pillola, divorzio e aborto, la mutazione di costumi, la bioingegneria del bimbo bello biondo e sano, e arriva ai giorni nostri. Insomma, quel che ha detto Napolitano non era un banale monito protocollare (ovviamente gli è capitato di monitare secondo il rito più che secondo il concetto): era una sparata filosofica e teologica.
di Giuliano Ferrara
26 aprile 2013

Tutte le ragioni liberiste per preservare l’Imu sulla prima casa

Caro presidente Enrico Letta, non si faccia indurre in tentazione: lasci stare l’Imu sulla prima casa. L’Imu è una tassa giusta, se mai una tassa può essere giusta; e comunque risponde a esigenze che difficilmente possono essere accomodate, con altrettanta efficacia, da un tributo diverso. Partiamo dai numeri. Nel 2012, l’Imu ha prodotto un gettito di 23,7 miliardi di euro, di cui circa 4 dalle prime case (contro i 3,3 della vecchia Ici), 6,5 miliardi dagli immobili strumentali delle società e 5,2 da quelli delle imprese individuali. Il 35 per cento dei contribuenti ha versato meno di 200 euro, cioè ha potuto detrarre quanto pagato sull’abitazione principale.
di Carlo Stagnaro