Roberto Abraham Scaruffi

Wednesday 22 May 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Balle spaziali offshore

di Carlo Stagnaro

La grande macchietta

Il diavolo e le tragedie del libero arbitrio, molto meglio di Sorrentino
SECONDA PAGINA

Uno al mese, l’astronomica contabilità dei libri di Margherita Hack

di Roberto Volpi

Papa Francesco minaccia di andare in parrocchia a confessare i fedeli

di Matteo Matzuzzi
ANALISI

L’ipotetica quotazione di Twitter pare un’altra “social bolla”

di Michele Masneri
EDITORIALI

In Iran il voto non conta

Rafsanjani e Mashaei esclusi dalla corsa elettorale. Polizia in strada
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OGGI ONLINE
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Suicidio assistito

Spararsi a Notre Dame per protesta contro i matrimoni gay
A tutta prima uno pensa: è stato il gesto di uno squilibrato mentale, un vecchio con problemi. Uccidersi a Notre Dame per protesta contro le nozze gay, suvvia, andiamo. Poi approfondisce. Chi era? Era stato nell’organizzazione militare segreta che combatteva per l’Algeria francese e insanguinò la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta con i suoi attentati. Vengono sospetti ideologicamente orientati. Se si voglia approfondire ancora, c’è poi un messaggio del suicida in cui si parla della insufficienza delle manifestazioni politiche di strada e della necessità di gesti simbolici contro la perdita di un mondo di valori e di certezze tradizionali, compresa l’avversione all’islam in Europa.
di Giuliano Ferrara
Lo spione in chief

“L’altra guerra segreta di Obama” è quella contro i reporter

Accuse di spionaggio e mail sotto controllo. L’Amministrazione mette i giornalisti sullo stesso piano delle fonti
Il magazine online Slate la chiama “L’altra guerra segreta di Obama”, da distinguere da quella fatta con i droni in Pakistan, Yemen e occasionalmente altrove. La campagna contro i reporter americani che si occupano di sicurezza nazionale, colpevoli di agganciare fonti solide dentro il governo e poi di fare scoop, sta toccando proporzioni grottesche: l’Amministrazione Obama ha aperto più procedimenti penali di questo tipo che tutte le amministrazioni precedenti messe assieme. “Quando il dipartimento di Giustizia agisce di nascosto contro i media danneggia la pretesa di Obama di essere su un piano morale superiore, che è gran parte della sua identità presidenziale”, dice Laura Rozen, asso del giornalismo americano che si è fatta un nome contro l’Amministrazione Bush.
di Daniele Raineri