MoviSol -
Movimento
Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà
Newsletter n. 49/2011
Newsletter n. 49/2011
LaRouche: siamo sull'orlo della guerra termonucleare
Nel corso di una lunga intervista col conduttore radiofonico
Alex Jones il 30 novembre, Lyndon LaRouche ha dichiarato che il mondo è così
vicino alla terza guerra mondiale che questa potrebbe scoppiare in qualsiasi
momento. L'unica via per evitare la guerra, ha spiegato nel corso della
discussione, è che gli Stati Uniti destituiscano Barack Obama.
"Siamo sull'orlo della guerra termonucleare. Se essa scoppierà
o meno è un'altra questione. Ma la probabilità che scoppi è grande, soprattutto
data la configurazione di forze USA nel Mediterraneo Orientale e nella regione
del Golfo Persico, ha aggiunto.
Mentre è in corso la spinta per interventi militari "umanitari"
in Siria o attacchi aerei contro impianti nucleari iraniani, la dinamica verso
la guerra non viene alimentata da alcuno di questi paesi individuali, bensì dal
crollo dell'intero sistema finanziario transatlantico e con l'esperimento
dell'Euro che si è rivelato un totale fallimento. E come dimostra la storia, e
come sottolinea Helga Zepp-LaRouche in un articolo del 3 dicembre, la risposta
classica dell'oligarchia alla minaccia di perdere il potere è quella di
fomentare delle guerre.
Sia la leadership russa che quella cinese hanno capito questo,
marcando una linea rossa intorno sia alla Siria che all'Iran, annunciando che
qualsiasi intervento in quest'area provocherebbe un'escalation in tutta l'Asia
(vedi sotto). Sia Russia che Cina stanno prendendo misure militari concrete per
contrastare tale minaccia.
Il China Daily, legato al governo, ha ammonito il 1
dicembre che le aperte minacce di usare la forza contro la Siria e l'arrivo di
una portaerei americana nell'area hanno aumentato la possibilità di un
"intervento militare stile Libia in Siria". Ma una mossa simile, prosegue il
quotidiano cinese, scatenerebbe immediatamente un conflitto dopo l'altro.
Per lo stesso motivo, sia Russia che Cina hanno denunciato come
controproducente l'iniziativa di imporre sanzioni ancor più dure alla Siria
presa dal Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite. Il ministro degli
Esteri russi Sergei Lavrov ha denunciato apertamente il fatto che potenze
straniere finanzino ed armino gruppi di opposizione al regime di Assad.
Negli Stati Uniti, fonti americane vicine al Pentagono hanno
dichiarato all'EIR che la principale preoccupazione dei militari è il
timore di essere coinvolti in una guerra a seguito di un attacco israeliano
contro l'Iran, seguito da una rappresaglia iraniana contro Israele e le forze
americane e degli alleati americani nel Golfo Persico. Gli Stati Uniti hanno
obblighi dettati dai trattati bilaterali con numerosi paesi membri del Consiglio
di Cooperazione nel Golfo, obblighi che scatterebbero in caso di attacchi
iraniani contro di loro.
Un attacco israeliano all'Iran resta un'opzione possibile (vedi
sotto). Sta di fatto che la guerra irregolare è in corso da molto tempo. Il 28
novembre un'esplosione nella città iraniana di Isfahan ha fatto saltare per aria
una fabbrica di fluoruro di uranio, destinato all'arricchimento. Mentre il
governo iraniano ha negato l'esplosione, il Times di Londra del 30
novembre ha sottolineato che "un impianto nucleare è stato colpito da un'enorme
esplosione, la seconda in un mese".
La prima, una bomba ad una base militare alle porte di Teheran,
ha ucciso 30 membri della Guardia Rivoluzionaria, incluso il Generale Hassan
Moghaddam, capo del programma di difesa missilistico iraniano. Oltre a queste
esplosioni, quattro importanti scienziati iraniani coinvolti nei programmi
missilistici e nucleari sono stati assassinati dal 2007, ed un quinto è scampato
per un pelo ad una bomba contro la sua auto.
Anche se questi atti non sono stati rivendicati, si sospetta
che l'autore sia Israele, oppure agenti britannici o americani che operano in
Iran o Arabia Saudita.
Per fermare il pericolo di guerra, bisogna eliminare la causa
principale, ovvero la crisi da collasso del sistema finanziario transatlantico.
I moniti di LaRouche presentati al Parlamento Europeo
Il famoso autore Daniel Estulin ha parlato dei moniti di Lyndon
LaRouche sulla crisi finanziaria mondiale in una conferenza stampa al Parlamento
Europeo il 1 dicembre, su invito del parlamentare europeo Mario Borghezio.
"Con parole povere, a meno che non agiamo subito assieme, come
popoli del pianeta Terra contro le ributtanti creature che stanno cercando di
imporre il volere dei pochi sui molti, la disintegrazione del sistema delle
economie transatlantiche come effetto di una reazione a catena è virtualmente
inevitabile", ha esordito Estulin.
Il giornalista di origine russa, noto per il suo best-seller
sul Club Bilderberg, ha descritto il processo di crollo del sistema finanziario
globale sotto il peso di un impagabile debito di "quadrilioni" di dollari e la
decisione de "gli Obama, dei Blairs e dei Cameron del mondo" di salvare le
banche e "uccidere le popolazioni delle nazioni soggette con l'austerità"
eliminando ogni sembianza di sovranità popolare.
"Non è niente di nuovo: è stato previsto dall'economista
americano Lyndon LaRouche un bel po' di tempo fa".
Sul suo sito web, Estulin evidenzia anche il pericolo di "una
terza guerra mondiale termonucleare". I "nuovi Balcani" di oggi "sono la
polveriera mediorientale, che funge da innesco per un conflitto globale i cui
bersagli principali sono la Russia e la Cina".
Consensi per Cheminade tra gli amministratori locali
francesi
Mentre il Presidente Sarkozy fa il lacchè dei mercati
finanziari e promuove nuove guerre, una debole opposizione socialista si
autodistrugge stipulando accordi con i verdi contro l'energia nucleare e la
stampa soffia sul fuoco degli scandali che hanno già screditato la classe
politica agli occhi della popolazione, la campagna presidenziale di Cheminade
prende l'abbrivio.
In primo luogo, i sindaci di città piccole e grandi colpite
duramente dalla crisi e abbandonate dal governo rispondono al rifiuto di
Cheminade di compromettersi col sistema e alla sua ottimistica prospettiva a
lungo termine. Essi vedono che Cheminade si batte per difendere i principii
della Repubblica senza temere attacchi dell'establishment. Inoltre, sono ansiosi
di scoprire i collegamenti tra i problemi che affrontano a livello locale e la
crisi finanziaria globale. Cheminade ha recentemente detto di essere "molto
fiducioso" di raccogliere le 500 adesioni di sindaci richieste per convalidare
il suo ticket presidenziale.
Inoltre, i media stanno lentamente capendo che Cheminade, che
nel passato hanno sistematicamente boicottato, è una forza con cui devono fare i
conti. La manifestazione di avvio della sua campagna presidenziale il 15 ottobre
è stata annunciata da AFP e ripresa da una quindicina di media, compreso
Canal Plus. Diversi canali televisivi e radiofonici, come ACI-TV,
Africa n. 1 e Tropique FM l'hanno invitato a programmi di
punta.
Un tour della Francia sud-occidentale è indicativo del
crescente sostegno. Cheminade è intervenuto in una riunione sul credito pubblico
organizzata dal PRG (Partito Radicale di Sinistra), ha presenziato a due
incontri con sostenitori e ha concesso interviste ai media locali. Tre
giornalisti di Canal Plus sono stati inviati da Parigi per filmare due
ore di discussione con un sindaco.
Il fatto che Cheminade sia l'unico pre-candidato a proporre una
soluzione fattibile e unica alla crisi finanziaria è un importante fattore di
riconoscimento. Si ricorda che al centro della sua campagna presidenziale del
1995 c'era il bisogno di curare il "cancro finanziario" nel sistema. Ma quella
campagna torna alla ribalta per un altro fatto: le recenti rivelazioni su come
il Consiglio Costituzionale approvò i conti degli allora candidati Jacques
Chirac e Eduard Balladur, nonostante flagranti irregolarità e misteriosi flussi
di contanti, hanno focalizzato l'attenzione sul fatto che Cheminade fu l'unico
candidato i cui conti non furono convalidati da quella stessa corte, per aver
accettato prestiti senza interesse!