IL MEGLIO DELLA SETTIMANA
18 aprile 2013
Il
Primo Maggio è peggio del 25 Aprile. Già dirla così è pesante ma la
festa dei lavoratori, senza fave e pecorino, è solo la scampagnata del
conformismo obbligatorio. E quel Te Deum del Concertone di Roma, con
tutti quei sindacalisti sul palco, è il segnale chiaro di come sia stata
sfasciata l’epica del lavoro.
Loro, i sindacalisti, sono già belli che sudati, con l’ugola calda, ma
quella cosa là, il live – con Fabri Fibra messo in castigo – è ormai
tutto ciò che riguarda la sinistra: lo spettacolo.
Ferrara Primomaggio e disaggio, ma che musica geniale quella di Elio
|
|
di Pietrangelo Buttafuoco
|
|
18 aprile 2013
"A ridanga”,
faccio di nuovo endorsement, sette anni dopo. Doppio, diciamo che vale
anche per il 2020 in caso di matura scomparsa. Per la presidenza della
Repubblica un solo nome: Massimo D’Alema. Da eleggere alla prima
votazione e tanti applausi. Detestato da tanti, malvisto da troppi, è
l’uomo giusto per il Quirinale, la sua febbrile divorante ambizione qui
si appagherebbe e potrebbe finalmente dare al paese il meglio di sé. E
checché se ne pensi, è tantissimo. Sul piano simbolico significherebbe
anzitutto il ritorno orgoglioso di una politica vilipesa e tenuta
sotto schiaffo.
|
|
di Lanfranco Pace
|
|
19 aprile 2013
Il
sapore della sconfitta incassata ieri mattina da Pier Luigi Bersani al
termine della prima drammatica votazione per il rinnovo della
presidenza della Repubblica non deriva da una semplice insurrezione che
il corpaccione ribelle del Partito democratico ha voluto manifestare,
bocciando con numeri clamorosi il nome scelto dal segretario per cercare
una larga condivisione con il centrodestra sul successore di Giorgio
Napolitano; ma nasce soprattutto dalla strategia per molti versi
autolesionista portata avanti dal leader del centrosinistra dal giorno
successivo alla “non vittoria”.
|
|
di Claudio Cerasa
|
|
|