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Logica
stringente, grinta politica, orgoglio civile e sculacciate a Gribbels
Il discorso di Napolitano è un capolavoro che ha per titolo onorario
quel “Tutti per l’Italia” proposto dal Foglio prima della campagna
elettorale
La
mascherata è finita. La réforme oui, la chienlit non. De Gaulle
parlava a una Francia in cui le istituzioni erano travolte dall’ordalia
del 1968. Giorgio Napolitano, così diverso per formazione e stile dal
Generale, ha porto con sobrietà e severità la sua pedagogia realista,
democratica e liberale, all’Italia percorsa da rovinose mascherate,
letteralmente cacche a letto (chie-en-lit), infantilismi anche violenti.
Non ha senso ripercorrere gli argomenti usati dal presidente della
Repubblica nel suo commosso ma ferreo discorso, tenuto alle Camere nel
giorno del giuramento.
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di Giuliano Ferrara
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Parlano Fassino e Orfini
S’avanza una strana maggioranza del Pd per avere il Rottamatore al governo.
“Dopo
un discorso simile c’è solo da agire. Senza perdere tempo. Senza
spirito di fazione. E pensando solo ai problemi del paese”. Le parole
utilizzate ieri da Enrico Letta al termine del primo discorso
pronunciato da Re Giorgio Napolitano da nuovo presidente della
Repubblica sintetizzano bene la condizione in cui oggi si ritroverà il
Pd durante la direzione convocata al Nazareno per mettere a fuoco la
linea da seguire nelle prossime complicatissime ore in cui i democratici
dovranno trovare un modo per evitare che, in vista dell’imminente
governo e in vista dell’imminente rinnovo dei vertici del partito, la
pentola a pressione del Pd si trasformi in una bomba a orologeria.
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di Claudio Cerasa
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