IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
OGGI IN EDICOLAPRIMA PAGINAAl G20 della crescita fiacca le Banche centrali si riprendono il potereOcse e Fmi: più liquidità fa crescere, non accusate Tokyo. L’inflazione di parole diventa una politica monetariaConcita e i suoi fratelliIl neorealismo esorcistico del nuovo libro della De Gregorio, fasullo come un’impuntaturaSECONDA PAGINARipa di Meana, un dandy alle elezioni indossa Grillo, o meglio il Cav.EDITORIALIDopo il mariage gay, l’eutanasiaLa Francia di Hollande insegue Zapatero. Di questo passo lo supereràINSERTO DEL SABATOIl castigamattiMichele Boldrin, liberista combattente di Fermare il declino, picchia duro in tv su chiunque parli di tutto e di nienteRoma con due PapiViaggio immaginario dentro le sacre mura dove Benedetto XVI dovrà convivere con il nuovo Vicario. Finirà che l’ombra dell’uno appannerà la luce dell’altro
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Nel corso della visita negli Stati Uniti di Giorgio Napolitano, che proprio perché svolta in modo inusuale alla vigili della fine della sua presidenza sembra testimoniare il particolare rapporto di stima con Barack Obama, sono giunte congratulazioni per la scelta a suo tempo sostenuta dal presidente della Repubblica di dare vita a un governo tecnico, molto apprezzato oltreatlantico. Indicazioni persino più robuste a favore di Mario Monti sono venute, oltre che dalla stampa finanziaria anglosassone (ancora l’ultimo numero dell’Economist), dal governo tedesco per bocca del ministro dell’Economia Wolfgang Schäuble e da vari esponenti della Commissione europea.
I ribelli siriani ricevono massicce quantità di armi pesanti, mai viste prima in quasi due anni di guerra civile. Sono armi portatili controcarro che non si trovano in Siria o nei paesi confinanti, ma vengono in blocco dagli arsenali delle nazioni dell’ex Yugoslavia. Lanciarazzi Rpg-22 e M79 Osa, cannoni senza rinculo M60, capaci di neutralizzare i carrarmati di epoca sovietica dell’esercito del presidente Bashar el Assad, e quindi di rovesciare la situazione su un campo di battaglia durissimo, dove i guerriglieri erano costretti ad affrontare i corazzati con fucili e bombe artigianali.