Roberto Abraham Scaruffi: Farmaci inutili e business,il lato oscuro della Montalcini

Thursday, 31 December 2015

Farmaci inutili e business,
il lato oscuro della Montalcini


Farmaci inutili e business, il lato oscuro della Montalcini

 

Prima donna ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze, esponente dei Lincei, senatrice a vita dal 2001 «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale». E naturalmente, Premio Nobel per la Medicina nel 1986, per la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Icona nazionale, Rita Levi Montalcini, spentasi il 30 dicembre 2012  all’età di 103 anni, fu anche il massimo sponsor di un farmaco rivelatosi disastroso, il Cronassial. Atea, perseguitata per le origini ebraiche, convinta filo-sionista. E trasformata in gloria nazionale, meritevole dello scranno parlamentare a vita, dal presidente Ciampi, l’uomo che più di ogni altro contribuì all’infausto ingresso dell’Italia nell’Eurozona. Al lutto unanime per la perdita dell’insigne neurologa si segnala la massoneria, che raccomanda di sostenere finanziariamente la Fondazione Montalcini, mentre nel web si cerca di scavare nel “lato oscuro” della Montalcini: i suoi legami con il business farmaceutico.
Alla scienziata, la Rete non risparmia il consueto trattamento che la contro-informazione riserva a tutte le celebrità, mettendo in dubbio la libertà della Rita Levi Montalciniricerca scientifica condotta: per chi lavorava, davvero, la grande scienziata torinese? I primi a sollevare interrogativi, ricorda “PeaceReporter”, furono nel lontano 1995 i giornalisti russi del quotidiano “Izvestia”, che gettarono ombre sul Nobel per la Medicina. L’accusa: l’imprenditore farmaceutico italiano Francesco Della  Valle, direttore generale della Fidia, piccola azienda di Abano Terme in provincia di Padova, avrebbe “sponsorizzato” l’assegnazione del premio alla scienziata piemontese, per garantirsi grandi profitti con la vendita del suo più che discutibile farmaco, il Cronassial. Fatto puntualmente verificatosi, ricorda Corrado Penna sul blog “Informare per Resistere”, che cita un’altra fonte indipendente, “Politica Molecolare”, dalla quale – attraverso una panoramica dei media dell’epoca – si ricava un riassunto della vicenda, non esattamente edificante.
Nel 1975, scrive “Politica Molecolare”, Francesco Della Valle, gestore della Fidia, ottiene la registrazione di un farmaco «spacciato per miracoloso», il Cronassial. La concessione è firmata dal famigerato Duilio Poggiolini, corrotto dirigente del ministero della Sanità che, col ciclone-Tangentopoli, sarà poi condannato, insieme alla moglie. Problema: il Cronassial «non supererà mai i test scientifici imposti dalla normativa e si rivelerà, nelle miglior delle ipotesi, un placebo e, nelle peggiori, addirittura dannoso». Della Valle, che ha bisogno di referenti scientifici per far pubblicità al suo medicinale, «versa 50 milioni (del 1975, badate bene) a Rita Levi Montalcini, che perora contributi per la Fondazione Levi». Da quel momento, continua “Politica Molecolare”, i rapporti tra Rita Levi Montalcini e la Fidia si faranno sempre più stretti. «La scienziata – dichiararono a “Espansione” i ricercatori della Fidia – segue le indagini di laboratorio e ne La Montalcini con Ciampiesamina i risultati», mentre il materiale promozionale dell’azienda rimarca il madrinaggio dell’illustre scienziata, «che assurge, nei fatti se non nelle intenzioni, a capofila dei garanti scientifici della Fidia».
Nel 1986 la Levi Montalcini riceve il Nobel insieme a Stanley Cohen, e nel suo discorso di ringraziamento dinanzi alla stampa mondiale «si rivolge riconoscente agli amici della Fidia che l’hanno aiutata nelle ricerche». Per Fidia e il suo medicinale è un trionfo, continua “Politica Molecolare”: «Il Cronassial, che nei momenti di massima incidenza sul fatturato arriva all’82%, diventa il farmaco più venduto in Italia». Il marketing di Della Valle induce i medici a prescriverlo, e la piccola Fidia – che nel 1968 fatturava appena 600 milioni di lire – balza a 420 miliardi e si colloca al quarto posto nella classifica delle industrie farmaceutiche. Ma cominciano subito i guai: nel 1989 le autorità della Germania mettono in relazione il Cronassial con una malattia che paralizza gli arti e uccide un paziente su dieci, la sindrome di Guillain-Barré. Così, il Cronassial è bandito dal mercato tedesco. L’anno dopo tocca alla Gran Bretagna: gli inglesi vietano la vendita del Cronassial, che in seguito sarà bandito anche dalla Spagna (sempre per la Guillain-Barré) e in altri mercati,Silvio Garattinimentre negli Stati Uniti non otterrà mai la registrazione.
«Inizia il tramonto di Della Valle, che i padroni della Fidia (misteriosi individui di una società anonima basata a Mendrisio, in Svizzera) cacciano». Al che, continua “Politica Molecolare”, Della Valle si mette in proprio e fonda una micro-azienda, la Lifegroup. Rita Levi Montalcini, che in tutto questo tempo non ha mai preso le distanze dai nefasti esiti del Cronassial, dichiara: «L’uscita di Della Valle dalla Fidia minaccia la sopravvivenza della ricerca scientifica». Che invece sopravviverebbe alla Lifegroup, dove l’anziana scienziata «dirotta la propria collaborazione». Sempre secondo il blog, “Espansione” chiese invano a Rita Levi Montalcini un commento sulle disgrazie del Cronassial, nel frattempo fustigato anche dal “British Medical Journal”, una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali del settore. «Le vendite del Cronassial crollarono del 95% finché persino l’Italia, nonostante le resistenze di Poggiolini, fu costretta a metterlo fuorilegge». Stampa e comunità scientifica internazionale spararono a zero contro «un farmaco in cerca di patologia», come lo battezzò Daniele Coen, ricercatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, presieduto dall’insigne farmacologo Silvio Garattini. «Furono stigmatizzate le astuzie di Della Valle, la complicità dei medici prescrittori e le corruttele al ministero della Sanità», ma non fu mai intaccata l’immagine della Montalcini, che divenne senatrice a vita.
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