Roberto Abraham Scaruffi

Monday, 4 February 2013

GAZZETTAFINANZIARIA

La newsletter di Economia & Finanza del Foglio.it

Numero 43
lunedì 4 febbraio 2013
Care lettrici, cari lettori,
Oltre alla solita abbondante rassegna del "meglio" degli articoli economici apparsi sul Foglio nelle ultime due settimane, segnalo le indiscrezioni raccolte da Alberto Brambilla sulla strategia (non solo) giudiziaria dell'Ilva, l'acciaieria di Taranto ormai a un passo dalla chiusura, e poi il ritorno di Giuseppe Pennisi con la sua rubrica "And the paper is...", attraverso la quale l'economista sceglierà per voi la ricerca economica più interessante uscita di recente.
Tra 15 giorni, invece, raccoglieremo in maniera ragionata un mese di contributi sul tema della democrazia alle prese con la sfida della globalizzazione, e quindi sul ruolo delle élite e sul cambiamento del discorso politico impresso dal tecnico Mario Monti.
Buona lettura intanto! (per richieste, insulti o consigli: loprete@ilfoglio.it)

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AFFAIRE MPS, DALLA GENESI ALL'ABBRACCIO DELLO STATO

1) GIULIANO AMATO, LORD DI SIENA, OVVERO: STORIA DI UN DISSESTO POLITICO
Giuseppe Mussari è diventato presidente dell’Assobancaria nel 2010 sostenuto da Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, che ha convinto lo stesso Profumo allora capo di Unicredit. Sarebbe stato proprio Bazoli, l’altroieri, a invitare Mussari a mollare. Anche Giuseppe Guzzetti, il gran patron delle fondazioni e presidente dell’Associazione casse di risparmio, aveva preso il giovane avvocato sotto la sua ala, nominandolo vicepresidente dell’Acri. Ma nel giro di relazioni eccellenti entra anche Giuliano Amato, ex premier ora in corsa per il Quirinale, da sempre gran protettore di Siena, città ultramassonica. Il filo si snoda ancora e porta indietro al 2002 quando Mps voleva acquisire la Bnl e venne stoppata dalla Banca d’Italia.
-- Leggi qui tutta la ricostruzione di Stefano Cingolani
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2) E SE FOSSE SOLTANTO UNO SCANDALO DA DUE SOLDI?
“Monte dei Paschi rappresenta un caso isolato”, conferma il super banchiere centrale. Quanto sta accadendo a Siena “non è un problema globale”, secondo il governatore della Banca centrale del Canada, Mark Carney, già nominato come prossima guida della Bank of England. Carney è intervenuto due sere fa, a Bloomberg, anche nella veste di presidente del Financial Stability Board, ovvero l’organismo internazionale che riunisce banchieri centrali, regolatori e ministri delle Finanze del G20. Forse che il circo politico-mediatico-giudiziario italiano stia ingigantendo a dismisura un problema relativamente importante dal punto di vista finanziario?
-- Leggi qui tutto l'articolo e qui la seconda puntata++
3) PROFUMO, L'IMPUTATO PURIFICATORE
Così nasce l'avventura senese di Alessandro Profumo, il banchiere soprannominato "arrogance". Alla guida di Unicredit aveva cercato di indebolire la Cassa di risparmio di Verona (espressione della politica nella banca). Per questo fu defenestrato (incassando però una buona uscita milionaria). Ma, adesso, in Mps dovrà ripetere l'operazione di annientamento della politica costringendo la Fondazione che controlla la banca ad allentare la presa sull'istituto.
-- Leggi qui tutto l'articolo di Stefano Cingolani
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4) PIU' CHE IL DERIVATO, POTE' LO STATO
Di certo Mps ha fatto comodo ai suoi manager e al Pd, ma anche allo Stato. Avere comprato Btp trentennali per 27 miliardi di euro in piena crisi del debito si è però rivelata un'eredità pesante dalla quale la banca senese non si è ancora liberata. E, anche per questo, è stata costretta a chiedere il sostegno pubblico con la prospettiva di una nazionalizzazione.
-- Leggi qui tutto l'articolo di Alberto Brambilla++
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LA CARICA DEI TURBO-LIBERISTI
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1) Chi è Herr Grillo, ultraliberista alla guida delle grandi aziende tedesche
Noto in Europa per i colori della sua squadra di calcio, il quatiere di Schalke è senz'altro meno conosciuto per avere messo a disposizione la sua fortuna di importante polo industriale a una famiglia di imprenditori di origini italiane.  Che ora va finisce alla guida della Confindustria teutonica (Bdi) con cipiglio liberista e perfino un po' populista. Altro che Confindustria italiana.
-- Leggi qui tutto l'articolo di Giovanni Boggero
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2) Elogio dell'ambulanza liberista di Giannino e di "Fare per Fermare il Declino"
Il movimento liberista di Oscar Giannino può già vantare almeno un merito: ha costretto i partiti concorrenti, nelle apparizioni pubbliche e radiotelevisive, a confrontarsi con numeri finora elusi nel dibattito pre-elettorale: la contabilità del debito pubblico da abbattere, la spesa pubblica da ridurre, le tasse da tagliare, eccetera. Per l’elettore questa è una buona palestra intellettuale, oltre che un rifugio elettorale che rimane una spanna sopra le altre opzioni simil-protestatarie.
-- Leggi qui tutto l'editoriale del Foglio++
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Azienda di "coccio" tra guidici d'acciaio
L'ILVA GIOCA L'ULTIMA CARTA CONTRO LA MAGISTRATURA
Giovedì scorso, il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ha annunciato che l'azienda è pronta a una ricapitalizzazione e valuta l'ingresso di nuovi soci. Ipotesi che Il Sole 24 Ore ha definito "clamorosa". A sondare i vertici del ministero dell'Industria, la risposta è che non c'è nessuno all'orizzonte. A fare lo stesso con la Banca europea per gli investimenti (Bei), un possibile investitore, la risposta è che il governo non ha ancora chiesto di valutare la pratica, nulla si muove. Le ricostruzioni e gli scenari, dunque, si sprecano. L'impressione è che l'uscita di Ferrante sia un tentativo (forse l'ultimo) per costringere la magistratura tarantina ad ammorbidire la sua posizione. Infatti, se l'azienda è solida, capitalizzata e forte di un socio (industriale o finanziario), i giudici potrebbero arrendersi alla "real economik" che coincide con il mantra governativo del "senza dissequestro dei prodotti, senza investimenti e senza il pieno funzionamento della fabbrica non è possibile una bonifica" (bonifica chiesta dai giudici). Il problema è che se l'azienda è sotto sequestro – e perciò rischia di finire fuori mercato – ha poche speranze di risultare appetibile per un qualsiasi socio. Vedremo. (abram)
-- Leggi anche l'articolo "Perché i travagli dell'Ilva sono una benedizione per i concorrenti esteri" di Alberto Brambilla++
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And the paper is...
L'ITALIA NON E' (STATISTICAMENTE) ATTREZZATA PER LA PROSSIMA MANOVRA FINANZIARIA
Quale che sarà il risultato delle elezioni, il prossimo Governo e il prossimo Parlamento dovranno, nell’ipotesi più infausta, mettersi al lavoro per una manovra "di mezza estate" di finanza pubblica (stimata tra i 10 e i 30 miliardi di euro), e nella migliore per definire le linee guida della Legge di Stabilità 2014 secondo il calendario del "semestre europeo". Sarà inevitabilmente sul tavolo dei Ministri interessati il tema (apparentemente molto tecnico) del "moltiplicatore fiscale" - ossia se si ottengono maggiori o migliori effetti sull’economia tagliando la spesa o aumentando il prelievo tributario. Un assist viene da un lavoro del Fondo monetario internazionale (Fmi): il Working Paper No. 12 /286 firmato da Anja Baum, Marcos Poplawski Ribeiro e Anke Weber. Il lavoro empirico si basa sulle economie del G7 (escludendo, però, l’Italia per mancanza di dati). Le conclusioni sono un appello a non essere apodittici: il "moltiplicatore" varia a seconda del resto della politica economica di un paese e del momento del ciclo economico in cui viene stimato. Per l’Italia è anche un invito a darsi un apparato statistico ed analitico all’altezza. (di Giuseppe Pennisi)
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Dal blog Contrarian / 1 
MENO GIOVANI IN ATENEO? NESSUN DRAMMA

Un intelligente commento di un lettore (Vale) in merito alla diminuzione delle iscrizioni alle università. Ove ci si chiede perché i giornaloni, come il Corriere della Sera, si lamentino e si scandalizzino per un calo fisiologico e naturale per un paese come l'Italia.  
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Dal blog Contrarian / 2
I PERCHE' DELLA NON-INNOVAZIONE ITALIANA
Non siamo più un popolo di inventori, ma più che per la mancanza di idee è per colpa di una miope strategia economica dei governi che hanno guidato il paese negli ultimi anni. Senza eccezioni "tecniche".  Parla l'esperto Cesare Galli (università di Parma).
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