OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA
Neo caudilli
Radicalismo economico, disprezzo dei partiti, paranoia mediatica. Grillo somiglia a Chávez e Correa
In nome della rivoluzione verde Obama rischia di fare la guerra al Canada
Il presidente assediato dagli ambientalisti. Ma la pipeline Keystone è buona per la sicurezza energetica e i posti di lavoro
SECONDA PAGINA
Così i giurati di Berlino scoprono che il film più bello è quello fuori concorso
di Mariarosa Mancuso
EDITORIALI
Lasciate La7 al mercato
Il conflitto di interessi è quello politico, era meglio vendere subito
ANALISI
Il giocondo ed enigmatico sorriso del Ratzinger dimissionario tra poesia, eresia e solerti interpretazioni
Un diluvio di letture oblique accompagna il beau geste di B-XVI. Ma in fondo basterebbe leggere i suoi scritti (e Cecco Angiolieri) per farsene una gaia ragione
Anticorruzione all’americana, realista e per niente manettara
Per abbonarsi:
Vuoi leggere il quotidiano online o poterlo scaricare sul tuo computer? Abbonati ora!
Per leggere:
Vuoi sfogliare il quotidiano online con il web-viewer?
Clicca qui!
|
OGGI ONLINE
Grillo in marcia
La conquista delle piazze storiche, l’odio per le tv, il “politometro” del Terrore. Pure per il Cav. “democrazia a rischio”
Ora che anche Silvio Berlusconi usa, per descrivere Beppe Grillo, la definizione così a lungo usata contro di lui (“pericolo per la democrazia”), Beppe Grillo prepara a grandi balzi (ieri a Torino, oggi a Milano) la sua marcia su Roma, con presa di piazza San Giovanni venerdì 22: la prova muscolare che prelude all’inveramento della promessa-minaccia: “Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere”. E’ un crescendo di parole grosse e simboli espugnati, con esasperazione del tratto un po’ isterico da caudillo che dice no: no all’intervista a Sky (“perché non ne abbiamo bisogno”), no ai media in genere (“tutti morti”), no persino alle domande dell’algido Oxford Economics Institute per la ricerca su “quanto costano i programmi dei partiti?” |
di Marianna Rizzini
|
|
Per il grande storico conservatore inglese Paul Johnson “Anche i laici devono essere grati a Ratzinger”. Le dimissioni sono in sintonia con il suo essere un intellettuale
"Abbiamo tutti bisogno del Papa, anche quei laici che non lo confesserebbero mai”. Così il re dei “neo fogey”, i reazionari colti e di gusto dell’epoca thatcheriana, l’ottantacinquenne Paul Johnson, commenta le dimissioni di Benedetto XVI. Il maggiore storico inglese, che ha scritto tanto, negli ultimi tre decenni, per svelare le grandi e piccole meschinità, le ipocrisie e le incoerenze delle “chattering classes”, la sinistra culturale benestante e compiaciuta, ritiene che l’addio di Papa Ratzinger sia in sintonia con il suo carattere. “Giudico molto saggia la decisione di Papa Benedetto di dimettersi”, dice Johnson al Foglio. |
di Giulio Meotti
|
|
|