Roberto Abraham Scaruffi

Wednesday, 20 February 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Neo caudilli

Radicalismo economico, disprezzo dei partiti, paranoia mediatica. Grillo somiglia a Chávez e Correa

In nome della rivoluzione verde Obama rischia di fare la guerra al Canada

Il presidente assediato dagli ambientalisti. Ma la pipeline Keystone è buona per la sicurezza energetica e i posti di lavoro
SECONDA PAGINA

Così i giurati di Berlino scoprono che il film più bello è quello fuori concorso

di Mariarosa Mancuso
EDITORIALI

Lasciate La7 al mercato

Il conflitto di interessi è quello politico, era meglio vendere subito
ANALISI

Il giocondo ed enigmatico sorriso del Ratzinger dimissionario tra poesia, eresia e solerti interpretazioni

Un diluvio di letture oblique accompagna il beau geste di B-XVI. Ma in fondo basterebbe leggere i suoi scritti (e Cecco Angiolieri) per farsene una gaia ragione

Anticorruzione all’americana, realista e per niente manettara

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OGGI ONLINE
Grillo in marcia

La marcetta su Roma di Grillo tra nevrosi e studi web-accademici

La conquista delle piazze storiche, l’odio per le tv, il “politometro” del Terrore. Pure per il Cav. “democrazia a rischio”
Ora che anche Silvio Berlusconi usa, per descrivere Beppe Grillo, la definizione così a lungo usata contro di lui (“pericolo per la democrazia”), Beppe Grillo prepara a grandi balzi (ieri a Torino, oggi a Milano) la sua marcia su Roma, con presa di piazza San Giovanni venerdì 22: la prova muscolare che prelude all’inveramento della promessa-minaccia: “Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere”. E’ un crescendo di parole grosse e simboli espugnati, con esasperazione del tratto un po’ isterico da caudillo che dice no: no all’intervista a Sky (“perché non ne abbiamo bisogno”), no ai media in genere (“tutti morti”), no persino alle domande dell’algido Oxford Economics Institute per la ricerca su “quanto costano i programmi dei partiti?”
di Marianna Rizzini
per abbonati

“Contro lo sciatto secolarismo”

Per il grande storico conservatore inglese Paul Johnson “Anche i laici devono essere grati a Ratzinger”. Le dimissioni sono in sintonia con il suo essere un intellettuale
"Abbiamo tutti bisogno del Papa, anche quei laici che non lo confesserebbero mai”. Così il re dei “neo fogey”, i reazionari colti e di gusto dell’epoca thatcheriana, l’ottantacinquenne Paul Johnson, commenta le dimissioni di Benedetto XVI. Il maggiore storico inglese, che ha scritto tanto, negli ultimi tre decenni, per svelare le grandi e piccole meschinità, le ipocrisie e le incoerenze delle “chattering classes”, la sinistra culturale benestante e compiaciuta, ritiene che l’addio di Papa Ratzinger sia in sintonia con il suo carattere. “Giudico molto saggia la decisione di Papa Benedetto di dimettersi”, dice Johnson al Foglio.
di Giulio Meotti