Roberto Abraham Scaruffi

Friday, 1 April 2011


MoviSol - Movimento Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà
Newsletter n. 13/2011
Sviluppare il potenziale umano alla sopravvivenza
Il devastante terremoto con tsunami che ha colpito il Giappone è stato preceduto e seguito da centinaia di altri sismi, e ha posto in primo piano le questioni scientifiche cruciali. Gli esperti prevedono altri sismi in tutta la "cintura di fuoco" del Pacifico, inclusa la Russia e la costa occidentale delle Americhe, a partire dalla California. Quello che dimostrano le "catastrofi naturali" è quanto poco sappiamo in realtà di come funzioni il nostro universo e delle forze che determinano come evolverà la terra.
Questo era l'argomento del Weekly Report del 24 marzo con Lyndon LaRouche e Sky Shields, un dirigente del gruppo di scienziati che studiano come l'uomo dovrà attrezzarsi per assicurare la propria sopravvivenza. Ciò che determina il destino dell'uomo va oltre la comprensione dei più, ha sottolineato LaRouche. La terra fa parte di una galassia, in cui vengono esercitate forze sul sistema solare e, attraverso questo, viene forgiata la nostra esperienza terrestre. Dobbiamo quindi istruire politici e governi ad avviare la necessaria ricerca scientifica, ed a comprendere le misure da prendere per affrontare queste forze immensamente potenti.
Quello che sappiamo sulle cause dei terremoti, degli tsunami e delle eruzioni dei vulcani è molto superficiale, ha sottolineato Shields. Siamo solo all'inizio dell'esplorazione dell'impatto del Sole e di altre forze su questi fenomeni sulla terra. Shields ha sottolineato che benché molte domande siano ancora senza risposta, sappiamo che i modelli lineari che vengono usati attualmente sono totalmente sbagliati.
LaRouche ha aggiunto che l'umanità sarebbe in una posizione molto migliore se fosse stato attuato il programma di difesa missilistica spaziale che egli aveva concepito e che fu annunciato in seguito da Ronald Reagan come l'Iniziativa di Difesa Strategica (SDI, lo scudo spaziale). Avremmo sviluppato molto più rapidamente la fissione nucleare, ed anche la più potente fusione termonucleare, avvicinandoci molto di più allo sviluppo ed al controllo di reazioni materia/anti-materia.
La ricerca su queste forze estremamente potenti nell'universo dimostra quanto sia stupida e pericolosa la cosiddetta teoria dei cambiamenti climatici causati dall'uomo, e l'idea che negli ultimi secoli l'attività umana abbia surriscaldato pericolosamente il clima globale. Invece, di fronte a minacce molto reali per la terra, risulta chiaro che soltanto il genere umano, con le sue capacità mentali creative, ha la capacità di comprendere potenzialmente e controllare tali forze, se solo le applicasse.
Ed è proprio questo che è stato bloccato dall'isteria ambientalista che si è sviluppata negli ultimi decenni, in un tentativo di fermare il progresso scientifico. Come dimostra la serie di video di LPAC sulla "cintura di fuoco", sarebbe suicida per la specie umana proseguire sulla strada anti-umana dell'"ideologia verde".
Solo gli sciocchi abbandonano il nucleare
Mentre la decadente Eurolandia registra un'alta densità di reazioni patologiche agli sviluppi giapponesi, i governi di altri paesi del mondo che si preoccupano veramente delle future generazioni hanno rinnovato l'impegno a sviluppare o espandere programmi per il nucleare civile.
  • Cina: Tian Jiashu, direttore della sicurezza nucleare nel ministero dell'Ambiente cinese, ha dichiarato in un'intervista pubblicata il 26 marzo sul sito web del Quotidiano del Popolo che la Cina confida nella sicurezza della sua tecnologia nucleare e non cancellerà i programmi di espansione della sua industria nazionale solo a causa della crisi giapponese. "Non smetteremo di mangiare per paura di soffocare", ha detto Tian.
    In aprile, la Cina comincerà la costruzione di un impianto dimostrativo HTR a Rongcheng, nella provincia di Shandong, che dovrà contenere due reattori ad alta temperatura raffreddati a gas, a letto di biglie, di 250 MW.
  • Russia: Sergei Boyarkin, direttore dei programmi all'impresa statale Rosatom, ha dichiarato a Itar Tass il 22 marzo che chiudere gli impianti nucleari porterebbe ad un drammatico deterioramento dell'ambiente, ben superiore al presunto inquinamento da CO2.
    Alexander Gusev, direttore dell'Istituto di Pianificazione e Previsione Strategica e sostenitore dell'energia di fusione e dei reattori autofertilizzanti di tipo BN-800, ha detto alla Free Press che "mentre compiangiamo le vittime di Cernobil e Fukushima, non dobbiamo dimenticare che ogni giorno siamo vittime dell'attuale sistema di produzione energetica. I rifiuti tossici scaricati ogni giorno dalle centrali termoelettriche non solo danneggiano l'ambiente, ma quotidianamente arrivano sulla nostra tavola con il cibo e ci distruggono il corpo".
  • Sud Corea: Yun Choul-ho, presidente dell'Istituto Coreano per la Sicurezza Nucleare, ha affermato: "Crediamo che in questo stadio non esista alternativa all'energia nucleare e dobbiamo cogliere l'occasione per verificare la sicurezza ed espandere le esportazioni della nostra tecnologia nucleare".
  • Francia: lo stesso concetto di centrali nucleari "vecchie" viene contestato oltralpe, dove l'85% dell'elettricità è prodotto dall'atomo. Pierre Gadonneix, ex capo di Electricité de France, ha osservato che in Francia "le centrali vecchie sono le più sicure, perché sono revisionate ogni dieci anni. Non è la durata di esercizio che determina la sicurezza di un impianto nucleare, ma è la sua tecnica e sono gli investimenti effettuati".
Germania e Italia hanno reagito impulsivamente agli avvenimenti giapponesi. Berlino ha chiuso i reattori più vecchi, mentre il governo italiano ha deciso una moratoria di un anno sul programma nucleare. Ma non sono mancate le voci critiche.
L'ex cancelliere Helmut Kohl è uscito dal lungo esilio volontario dalla politica per attaccare la decisione di Angela Merkel, in un'intervista concessa al popolare tabloid Bild il 25 marzo. Kohl, che presumibilmente interpreta il sentimento di una larga fetta del partito democristiano, ha invitato i cittadini a non perdere contatto con la realtà. "L'uso di energia nucleare non è diventato più pericoloso di prima in Germania dopo l'incidente in Giappone. se il paese le cui centrali sono le più sicure del mondo e i cui ingegneri sono ammirati e rispettati internazionalmente prende la decisione affrettata di uscire dal nucleare, esso renderebbe il mondo ancora meno sicuro".
In Italia, l'astrofisica Margherita Hack è intervenuta nel dibattito nucleare sì/nucleare no, dichiarando in televisione che è singolare preoccuparsi del nucleare in Italia e non del fatto che il Vesuvio, che un giorno erutterà con certezza matematica, minaccia di eliminare in un quarto d'ora un milione di persone che vivono sulle sue pendici.
L'impero anglo-libico minaccia una guerra regionale
I sauditi stanno spingendo i vicini Yemen e Bahrain a schiacciare le rivolte popolari. Mentre questo non ne impedirà l'espansione, l'intervento saudita sancito dal silenzio degli europei e del governo americano creerà le condizioni per una guerra settaria tra sciiti e sunniti nella regione e un possibile intervento dell'Iran nella parte orientale dell'Arabia saudita.
Ciò porterebbe la situazione ad una dimensione completamente nuova. In Yemen dove, similmente alla Libia, la società è composta da tribù armate, la guerra civile potrebbe portare ad una situazione di tipo somalo. Mentre una parte delle forze armate si è unita ai rivoltosi, secondo fonti yemenite, il ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore vengono tenuti in ostaggio nel palazzo presidenziale e costretti a comparire in televisione dichiarando sostegno al presidente Ali Abdullah Al-Saleh.
Il Presidente e la sua guardia presidenziale, dopo aver mandato le famiglie in Arabia Saudita, si sono trincerati nel complesso presidenziale in previsione dello scontro finale, sperando di intimidire la popolazione e l'esercito con la minaccia di una guerra civile e di un bagno di sangue se cercassero di assalire il palazzo presidenziale. Al-Saleh si è offerto di andarsene nel gennaio 2012, ma i rivoltosi e l'opposizione hanno respinto l'offerta.
L'Arabia saudita è membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo, i cui leader appoggiano il cambiamento di regime in altri paesi arabi ma non nel vicinato. In Bahrein, le forze armate, affiancate da quelle saudite e da bande armate di Wahhabi, attaccano gli oppositori sciiti nella capitale e nei dintorni. E i leader e gli attivisti dell'opposizione vengono sistematicamente arrestati.
L'Iran ha messo in guardia i sauditi e il governo del Bahrein, ma non ha minacciato l'intervento. Però, è noto che Teheran potrebbe muovere le sue pedine nella regione, in Iraq, Kuwait, la stessa Arabia Saudita, il Bahrein e gli EAU, per combinare guai in quell'area dominata dai sunniti e dai wahhabiti. Il risultato sarebbe un intervento militare contro l'Iran, da parte degli Stati Uniti e della NATO e probabilmente di Israele.