IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
OGGI IN EDICOLAPRIMA PAGINAL’ipotesi di un Cav. che regge all’azzoppamento come leader da lontanoFreccero e altri politici e semiologi pensano che Berlusconi e i suoi elettori sono a prova di “interdizione”Grillini divisi tra espulsioni e ostruzionismo rivoluzionarioLa cacciata di Adele G., la diaria e Grillo che chiama gli altri dissidentiSECONDA PAGINALa sinistra che snobba Ercole e Fantozzi perderà sempre le elezioniEDITORIALIIl sermone di ObamaA Berlino il presidente pennella i dettagli su uno sfondo eternoANALISIHezbollah dimostra che in Siria si fortifica l’influenza di TeheranL’asse tra il Partito di Dio libanese e l’Iran è più forte che mai. Mosca aiuta. Forse è ora di porsi il problemaINSERTIErasmo alla slot machineUna colpa, un destino da eroe maudit, un vizio capitalista? Disincantato addict del tavolo verde scrive un elogio (con azzardo) di una follia chiamata gioco
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La parola all’avvocato Franco Coppi, che dovrà autorevolmente convincere entro qualche mese la Corte di Cassazione delle ragioni della difesa di Berlusconi nel processo Mediaset. Il primo istinto è rispondere con il buonsenso a una decisione che va contro il buonsenso, e che smentisce la giurisprudenza costituzionale con un’ingiustizia costituzionale: la Consulta ha stabilito, e oggi sentirete gli applausi di quanti l’hanno insultata quando ha difeso il capo dello stato dalle grinfie della procura di Palermo buonanima, che presiedere un Consiglio dei ministri non è legittimo impedimento, ai sensi della legge, alla presenza in Aula di un capo dell’esecutivo impegnato contemporaneamente come guida del governo.
E’ demenziale, come scrive Marco Dettaglio, espellere per opinioni contrarie vari grillini, e mettere noi servi del sistema in grado di dire confortevolmente che la casta è meglio del profeta anticasta, se questo si chiama Grillo&Casaleggio. Ma nella follia della rete insediata come tribunale del popolo c’è un metodo, per fortuna meno sanguinario di quello di Stalin o delle Bierre, che dovrebbe essere riconosciuto anche da coloro che come al solito guardano il dito che indica la luna, e non la luna.