IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
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“Sulla vicenda Shalabayeva ritengo che ci siano ancora punti oscuri che altre istituzioni devono chiarire”, dice il ministro degli Esteri Emma Bonino, che domani riferirà in Senato sulla storiaccia kazaca. In attesa delle parole del ministro, nei corridoi più riparati della Farnesina, agitati come non mai, già si specula sulle “altre istituzioni” allusivamente citate da Bonino: non soltanto il ministero degli Interno guidato da Angelino Alfano, rimasto impigliato nell’affaire Ablyazov, ma pure i servizi segreti. “Nessuno ci ha mai informato di nulla”, ripetono agli Affari esteri, come una cantilena cui alcuni non credono, ma che altri ritengono plausibile. E persino più preoccupante.
Se le premesse sono quelle viste ieri mattina presto a Fiumicino, poco dopo le otto, il viaggio di Francesco a Rio de Janeiro promette grandi sorprese. Quando tutti i giornalisti erano già seduti ai loro posti sull’Airbus 330 dell’Alitalia, ecco che sulla pista si vedeva camminare il Papa. Tutto vestito di bianco, senza il seguito delle grandi occasioni. Solo lui con il bagaglio a mano. Una valigetta di pelle nera che Bergoglio non ha lasciato un attimo. Sempre con sé, dall’elicottero che lo ha portato allo scalo romano dal Vaticano (con lui c’erano anche il fidato segretario don Alfred Xuereb e il segretario di stato Tarcisio Bertone) fino al momento in cui ha salutato e scambiato qualche parola con il premier Enrico Letta. E con il bagaglio a mano il Pontefice è salito sulla lunga scaletta, in cima alla quale lo attendevano le hostess e il comandante del volo.