OGGI ONLINE
Il
vergognoso sottovoce dei giornaloni, che da anni ci ammorbano con
Ingroia e il suo ventriloquo, sulla notizia dell’assoluzione di Mori e
Obinu, la sentenza che taglia le gambe al processo della Trattativa
Cominciamo
da Repubblica: due colonne in prima e il resto a pagina 21. Passiamo
al Fatto: richiamino di una colonna e mezza in prima, sotto il titolone
dedicato a Ligresti, e una cronachetta a pagina 9. Arriviamo al
Corriere: stessa spiaggia, stesso mare. Fino alla Stampa che, in prima
pagina, non va oltre uno strilloncino a una colonna. Questo il rilievo
che grandi giornali e grandi giornalisti hanno riservato ieri
all’assoluzione del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, i
due ufficiali del Ros inchiodati da cinque anni a un processo che,
nelle intenzioni della procura di Palermo, avrebbe dovuto certificare
non solo il loro patto osceno e inconfessabile con il boss Bernardo
Provenzano, al quale sarebbe stata risparmiata nel ’95 la cattura in
quel di Mezzojuso, ma anche e soprattutto l’esistenza della famigerata
trattativa tra stato e mafia.
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Lo zar e il blogger
Cinque anni al leader dell’opposizione russa, ma ci sarà l’appello. Le ragioni delle maniere dure del Cremlino
Ha
smesso di ridere soltanto negli ultimi minuti prima della condanna,
per dare un bacio ai genitori e abbracciare la moglie. Per le quattro
ore precedenti, ascoltando la sentenza in piedi, aveva sorriso,
gesticolato senza mai mollare l’iPhone, la sua arma più pericolosa,
fatto smorfie ai sostenitori in aula. Che forse avevano creduto fino
all’ultimo che la condanna – sul verdetto di colpevolezza non c’erano
dubbi – sarebbe stata condizionale, e che in ogni caso non sarebbe
diventata operativa fino all’appello. Invece lo choc in aula: cinque
anni per appropriazione indebita con arresto immediato.
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