IL MEGLIO DELLA SETTIMANA
2 luglio 2013
Gay
è parola pezzente. Come dice Paolo Isotta, “gay è una caricatura”.
Peggio, è un eufemismo: “Un eufemismo piccolo-borghese da
mezzacalzetta”. Il termine più consono a una natura curiosa di altre
navigazioni, sia essa vela o vapore, è “ricchione”. Ecco, già s’odono
fulmine e tuono. E se già Facebook, forte d’algoritmo, ha censurato il
fondo di Giuliano Ferrara contenente la parola “frocio”, sappia il
lettore che nel procedere del pezzo – se avrà la gentilezza di leggere
ancora – rischierà di vedersi planare in testa un drone, direttamente
guidato dalla mano angelicata del Pentagono se non direttamente da Laura
Boldrini, presidente della Camera, assai sensibile al linguaggio
ideologicamente corretto. Ricchione, dunque.
Leggi l'editoriale censurato Oggi froci - E’ arrivato un grosso stronzo, magro e terapeutico - Di Michele Ben venghino i trolls
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di Pietrangelo Buttafuoco
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3 luglio 2013
I
lettori ci perdoneranno se in mezzo alle mille gustose notizie che
continua a offrirci l’estate ci ostiniamo a parlare del roccioso
congresso del Partito democratico, con tutte le sue surreali dinamiche
interne, i suoi formidabili riposizionamenti quotidiani, le sue
romantiche lotte fratricide e le sue appassionanti dispute sulle
modifiche del comma A, capitolo Bis, paragrafo C dello statuto del Pd.
In altre condizioni, le mosse dei Gianni Pittella, delle Debora
Serracchiani e compagnia bella sarebbero state facilmente archiviabili
sotto la nota categoria giornalistica degli “scazzi nel Pd”.
Leggi Un governo ingabbiato tra piccioni e pitonesse
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di Claudio Cerasa
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4 luglio 2013
Una
tragedia dei tempi nostri potrebbe chiamarsi “Edipo a Cologno”. A
Cologno Monzese, s’intende, all’ombra della torre Mediaset. Perché hai
voglia a ripetere la filastrocca delle tre i (Internet, impresa,
inglese), per trovare il bandolo dell’attualità è sempre meglio aver
fatto il liceo classico. Il 25 giugno, all’indomani della sentenza del
processo Ruby, Ezio Mauro scriveva che sì, il verdetto riguarda
concussione e prostituzione minorile, ma una legge non scritta e
anteriore a ogni codice impone di condannare due colpe più grandi:
l’abuso e la dismisura, dove quest’ultima è da intendersi “come cifra
dell’eccesso di comando, grado supremo della sovranità carismatica”.
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di Guido Vitiello
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