Roberto Abraham Scaruffi

Sunday, 31 March 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

IL FOGLIANTE
Claudio Cerasa
Claudio CerasaNasce a Palermo trenta anni fa, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio da sette anni ed è redattore capo. Ha scritto due libri (“La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), ha un blog,è su twitter, ha votato Rosa nel Pugno e Partito democratico. Si occupa di politica, ogni tanto di sport, ogni tanto di economia e ogni tanto di cronaca. Collabora con le Invasioni barbariche. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato, le sgroppate di Zanetti, i recuperi di Cambiasso e le ostriche ghiacciate. Dal 7 gennaio, poi, è diventato papà.
IL MEGLIO DELLA SETTIMANA
27 marzo 2013

L’èra del Battiato nero

"Quando si sta nelle istituzioni si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni  medesime e, nel caso di Battiato, sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse". Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, bacchetta il suo assessore al Turismo, Franco Battiato. E dopo il vespaio di polemiche suscitate dalle dichiarazioni del cantautore sulle "troie" presenti in Parlamento, anche il governatore prende le distanze dall'esponente della sua giunta revocando l'incarico al cantautore siciliano.
28 marzo 2013

Re per diritto divino

La domanda “chi è il Papa?” sorge spontanea ogni qual volta è eletto un nuovo Pontefice, soprattutto quando il suo nome o la sua storia personale sono ignoti al grande pubblico. Tale non fu il caso del cardinale Joseph Ratzinger, romano di adozione, dopo tanti anni passati come prefetto della congregazione per la Fede, ma tale fu il caso di Karol Wojtyla, venuto da Cracovia, e lo è oggi di Jorge Mario Bergoglio, giunto da una diocesi ancora più lontana, ai confini del mondo, come egli stesso ha detto il giorno della sua elezione.
di Roberto de Mattei
28 marzo 2013

La ricchezza degli italiani è congelata nel mattone, che scricchiola

L’idea che l’investimento nel mattone possa restare a lungo l’architrave dell’economia nazionale è messa in discussione. Certo, oggi gli italiani sono tre volte più ricchi dei tedeschi, con un patrimonio da 164 mila euro. L’ha detto la Bundesbank la settimana scorsa precisando che da noi il 68 per cento delle famiglie ha una casa di proprietà. E’ cioè dal “mattone” che deriva oltre la metà della ricchezza accumulata. Eppure siamo un paese statico con un debito pubblico enorme, perciò la fiducia degli investitori a volte è ballerina: ieri sono stati collocati in asta tutti i 3 miliardi di Btp a 10 anni ma quelli a 5 anni non hanno fatto il pieno, deprimendo la Borsa e facendo risalire lo spread con i Bund a 348 punti.
di Alberto Brambilla