OGGI ONLINE
Sallusti, dal Corriere di Mieli (e Borrelli) al garantismo pro Cav.
“Quando
pubblicammo l’avviso di garanzia che poi avrebbe fatto cadere il primo
governo di Silvio Berlusconi, ero felicissimo. Era uno scoop pazzesco.
E lo rifarei. Se entrasse nella mia stanza Gian Marco Chiocci (a
proposito, il mio cronista da oggi è il nuovo direttore del Tempo) e mi
dicesse, ‘guarda c’è questa storiaccia su Berlusconi’, io la darei
subito. Ma si tratta di capire perché certe notizie te le passano. Al
Corriere, col tempo, ho capito che eravamo eteroguidati, i nostri non
erano solo colpi di bravura, combattevamo una battaglia politica
mascherata, a favore del partito dei giudici, proprio come al Corriere
fanno anche oggi. Alla fine me ne andai da Via Solferino”.
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di Salvatore Merlo
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Al thawra mustamirra*
Il
New York Times arriva per primo e pubblica un pezzo sul mistero delle
code degli egiziani ai distributori di benzina e sui blackout
dell’energia elettrica, entrambi citati come prova dell’imminente
collasso economico dell’Egitto ed entrambi magicamente spariti subito
dopo il golpe dei generali contro il governo dei Fratelli musulmani. La
domanda nell’aria a cui risponde il bureau cairota del New York Times
è: il golpe è stato fabbricato in anticipo, con una accorta
manipolazione della rabbia degli egiziani? (Anche altri media, per
esempio Foreign Policy, stavano lavorando sulla stessa traccia).
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di Daniele Raineri
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