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Se non è un bluff
Il Quirinale censura il Pdl dimissionario che grida al golpe, il premier rientra da NY per chiedere la fiducia in Aula
La
telefonata è stata curva e prudente, come sempre nei rapporti di
promiscua distanza tra questo presidente della Repubblica e il capo del
suo governo. Enrico Letta ha parlato, riferito dei suoi colloqui, ha
ascoltato molto, e oggi alle 12 sarà già all’aeroporto di Ciampino, di
ritorno dagli Stati Uniti, di nuovo a Roma, pronto a prendere la via del
Quirinale. Mentre Giorgio Napolitano, chiuso nello studio
presidenziale, prima di abbandonare la cornetta sul ricevitore, e dopo
aver cercato per un giorno intero, senza requie, ogni plausibile via
d’uscita, ieri al telefono ha confermato al presidente del Consiglio la
sua diagnosi sul parapiglia preoccupante che, scatenato dal Castello di
Arcore, adesso agita i palazzi romani, “non ho ben capito cosa
vogliono fare nel Pdl, ma esiste un protocollo parlamentare per le
crisi di governo. E intendo rispettarlo”.
Cerasa Votare, perché no?
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di Salvatore Merlo
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Far sparire madre e padre dalla pubblicità, ecco la neolingua gay
E’
andato in scena, ieri, solo un modesto anticipo di quel che potrebbe
succedere in Italia se venisse promulgata la legge contro l’omofobia
(che andrebbe ribattezzata “contro la libertà di espressione”) nella
versione appena votata alla Camera. L’industriale Guido Barilla ha
spiegato alla “Zanzara”, su Radio 24, perché non ha intenzione di
rappresentare nella pubblicità della sua azienda la famiglia
omosessuale. Tradotto: non aspira a trasformare il Mulino Bianco nel
Mulino Arcobaleno, perché, ha detto,“a noi piace la famiglia
tradizionale”, e perché – legittimamente – non pensa di dover usare la
pubblicità della sua azienda come veicolo di rieducazione politicamente
corretta degli italiani.
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di Nicoletta Tiliacos
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