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Oltre
ai missili e agli aerei, il presidente conferma che la Cia sta
addestrando unità di ribelli siriani e che l’intervento sarà più ampio
del previsto. C’è un programma gestito assieme ai sauditi per rovesciare
Assad
Il
New York Times racconta gli incontri del presidente americano Barack
Obama con i leader del Congresso e con i senatori repubblicani, per
convincerli ad appoggiare la guerra – in forma limitata – contro
l’esercito siriano e il governo di Bashar el Assad. Sepolto a metà del
resoconto, ecco un passaggio cruciale: il presidente per far intendere
ai senatori che sta facendo qualcosa di concreto oltre a pensare agli
strike dice che “una prima squadra di ribelli addestrati dalla Cia è già
entrata in Siria”. L’esistenza di un programma di addestramento per
ribelli gestito dai servizi segreti americani in Giordania è la grande
zona d’ombra della guerra civile siriana.
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di Daniele Raineri
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Tutto in fumo, anzi no
Il Pdl è andato a un passo dal ritiro della delegazione di governo, Letta fa spallucce, lunedì la resa dei conti?
Il
Pdl vive su una giostra frenetica manovrata da un Silvio Berlusconi
preoccupato e neghittoso, d’umore mobile, capace di svolte repentine,
ordini improvvisi e contraddittori, ultimatum scagliati e poi ritirati.
Martedì, con Denis Verdini e Daniela Santanchè, il suo coordinatore e
la Pitonessa, l’architetto di retrovia del Pdl e la tostissima
pasionaria, il Cavaliere aveva stabilito i tempi e i modi della crisi
di governo. Terminato il colloquio, lasciato il tavolo dello studio di
Arcore, Berlusconi aveva accompagnato gli ospiti fino alla porta di
casa, e prima di accomiatarsi, guardandoli negli occhi, aveva
confermato: “Va convocato un ufficio di presidenza per venerdì, il
partito deve chiedere ai nostri ministri di dimettersi, prima che il
Senato voti la mia decadenza”.
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di Salvatore Merlo
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