Roberto Abraham Scaruffi

Thursday, 5 September 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI ONLINE

Il fronte sud di Obama in Siria

Oltre ai missili e agli aerei, il presidente conferma che la Cia sta addestrando unità di ribelli siriani e che l’intervento sarà più ampio del previsto. C’è un programma gestito assieme ai sauditi per rovesciare Assad
Il New York Times racconta gli incontri del presidente americano Barack Obama con i leader del Congresso e con i senatori repubblicani, per convincerli ad appoggiare la guerra – in forma limitata – contro l’esercito siriano e il governo di Bashar el Assad. Sepolto a metà del resoconto, ecco un passaggio cruciale: il presidente per far intendere ai senatori che sta facendo qualcosa di concreto oltre a pensare agli strike dice che “una prima squadra di ribelli addestrati dalla Cia è già entrata in Siria”. L’esistenza di un programma di addestramento per ribelli gestito dai servizi segreti americani in Giordania è la grande zona d’ombra della guerra civile siriana.
di Daniele Raineri
Tutto in fumo, anzi no

La giostra del Cav. pare fermarsi sulla crisi, ma poi riparte pazzamente

Il Pdl è andato a un passo dal ritiro della delegazione di governo, Letta fa spallucce, lunedì la resa dei conti?
Il Pdl vive su una giostra frenetica manovrata da un Silvio Berlusconi preoccupato e neghittoso, d’umore mobile, capace di svolte repentine, ordini improvvisi e contraddittori, ultimatum scagliati e poi ritirati. Martedì, con Denis Verdini e Daniela Santanchè, il suo coordinatore e la Pitonessa, l’architetto di retrovia del Pdl e la tostissima pasionaria, il Cavaliere aveva stabilito i tempi e i modi della crisi di governo. Terminato il colloquio, lasciato il tavolo dello studio di Arcore, Berlusconi aveva accompagnato gli ospiti fino alla porta di casa, e prima di accomiatarsi, guardandoli negli occhi, aveva confermato: “Va convocato un ufficio di presidenza per venerdì, il partito deve chiedere ai nostri ministri di dimettersi, prima che il Senato voti la mia decadenza”.
di Salvatore Merlo