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Fecero
il gavettone a Violante e al diritto di difesa del parlamentare
Berlusconi, poi si sono accaniti alla caccia dello scalpo, ora
pretendono che la vita continui come prima. Ma ci sono o ci fanno?
Dalla protesta alla resistenza. Io la vedo così. Cito versi del
dissidente tedesco, cabarettista politico, Wolf Biermann: “Siamo passati
dalla protesta alla resistenza quando tutte le nostre proteste hanno
fatto un buco nell’acqua”. Le dimissioni dei ministri di Berlusconi e il
duro richiamo a una nuova battaglia elettorale dagli esiti incerti
sono l’unico modo rimasto di tenere aperta la questione della giustizia
politicizzata, dell’accanimento contro l’Arcinemico, insomma
dell’ingiustizia mascherata da rispetto dello stato di diritto.
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di Giuliano Ferrara
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Saccomanni-Giovannini-Zanonato, un terzetto piuma che non è stato e non sarà decisivo per i mercati
Il
governo Letta, con la sua debole “Troika ministeriale” composta da
Fabrizio Saccomanni (Economia), Enrico Giovannini (Lavoro) e Flavio
Zanonato (Sviluppo), si è rivelato un governo piuma. E come le piume,
dopo aver ondeggiato a mezz’aria fra un rinvio e l’altro, ora fa fatica a
cadere. L’evento non fa rumore sui mercati. L’aumento dello spread del
nostro debito, quando andò in crisi il governo Berlusconi, stava
portando il tasso di interesse oltre il 6 per cento. Ora esso oscilla
fra il 4,4 per cento precedente la crisi e il 4,6, meno del 4,7 vigente
quando fu formato il governo Letta.
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di Francesco Forte
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