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Tragicomiche finali
L’ex delfino raduna i “suoi” e la mette giù dura col Cav.: o voti la fiducia o noi rompiamo. Colpo di scena in vista
“Non
mi fido di Berlusconi”; “garantisco io”; “… va bene, garantisci tu,
sì, per adesso… ma chi mi garantisce che poi non torna in campo Lui”.
Il colloquio tra Enrico Letta e Angelino Alfano, nel pomeriggio, ha un
tono d’affannata complicità. Il segretario del Pdl, come dice il
senatore Andrea Augello, “ha lanciato il quid oltre l’ostacolo”, sfida
il suo padrino politico, Silvio Berlusconi. Travolge ogni soggezione,
Alfano, e assieme al presidente del Consiglio, tra detto e non detto,
circondato da frasi palindrome, “sarò diversamente berlusconiano”,
protetto da una logica d’establishment, dai giornaloni e dal Quirinale,
persino dalle gerarchie, tesse una trama che a Milano, Marina
Berlusconi, spettatore inquieto, definisce “tradimento”.
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di Salvatore Merlo
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Primo giorno di chiusura
I mercati reggono, i repubblicani tengono la linea dura sull’Obamacare
“Una
corrente di un partito di un’Aula di un ramo del potere ha scelto di
chiudere lo stato federale”, dice Barack Obama, sottolineando nel primo
giorno di shutdown le responsabilità politiche degli avversari.
Com’era prevedibile, democratici e repubblicani non hanno trovato
l’accordo per finanziare i servizi pubblici nei tempi stabiliti, e
Washington ha cominciato la sua marcia a scartamento ridotto: gli
stipendi di 800 mila impiegati “non essenziali” sono stati congelati, i
parchi nazionali chiusi, monumenti e musei sono inaccessibili.
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di Mattia Ferraresi
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