OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA
Algoritmo di Serra
La rivalutazione postuma del socialismo conferma la faccia come il culo della sinistra-Cuore
SECONDA PAGINA
Come si sarebbe potuta evitare (forse) l’alluvione in Sardegna. Parla Prodi
di Piero Vietti
Genova e la dittatura dei follower al tempo del populismo del Benecomune
di Marianna Rizzini
ANALISI
Tormenti e tentazioni di Bonomi, invischiato nel pantano Bpm
di Alberto Brambilla
EDITORIALI
Statista o governante?
Non solo anti-rigorismo, quel che Letta dovrebbe dire ai tedeschi
INSERTI
Non è così facile essere atei
Lo stupore metafisico dello scettico Sciascia, che si sentiva cristiano “checché ne dicano i preti”
Per abbonarsi:Vuoi leggere il quotidiano online o poterlo scaricare sul tuo computer? Abbonati ora!
Per leggere:Vuoi sfogliare il quotidiano online con il web-viewer? Clicca qui!
|
OGGI ONLINE
L’ex ministro democristiano Guarino non fa il grillino. Ma ai politici italiani chiede di guardare cosa accade fuori dai confini. Gli ayatollah del rigore non si sfidano a parole, ma facendo rispettare la legge all’Ue
Giuseppe Guarino, giurista classe 1922, avvocato tra i più noti in Italia, già ministro delle Finanze nel 1987 (governo Fanfani) e poi dell’Industria e delle Partecipazioni statali nel 1992 (governo Amato), indipendente in spirito e democristiano per riconoscenza (“mi sono iscritto alla Dc solo nel 1993, quando il partito si scioglieva, per ringraziare”), oltre a governare ha conosciuto e praticato con gusto la battaglia per il potere.
Leggi anche Un golpe chiamato euro - FerraraClasse dirigente alla deriva |
di Marco Valerio Lo Prete
|
|
Tra agenda e calendario
Fisco, lavoro, legge elettorale. Il sindaco studia i suoi primi cento giorni da segretario. La contromossa del premier
Sono le quindici e trenta, siamo a Roma, a due passi da Montecitorio, e un esponente importante del Pd vicino a Dario Franceschini sintetizza con una frase fulminante quello che sarà il destino, e insieme il paradosso, di Renzi alla guida del Pd. “Matteo, con Enrico, vorrebbe essere pure leale. Ma il punto è un altro: non è che non vuole, semplicemente Matteo non può”. Visto sotto questa lente di ingrandimento, la corsa del sindaco verso la conquista della leadership democratica (le primarie sono l’otto dicembre) offre molti indizi utili a capire le ragioni per cui la segreteria a trazione renziana non potrà che avere un effetto ruspa sulla famosa e indecifrabile stabilità del governo. |
di Claudio Cerasa
|
|
|