Roberto Abraham Scaruffi

Saturday 23 November 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Algoritmo di Serra

La rivalutazione postuma del socialismo conferma la faccia come il culo della sinistra-Cuore
SECONDA PAGINA

Come si sarebbe potuta evitare (forse) l’alluvione in Sardegna. Parla Prodi

di Piero Vietti

Genova e la dittatura dei follower al tempo del populismo del Benecomune

di Marianna Rizzini
ANALISI

Tormenti e tentazioni di Bonomi, invischiato nel pantano Bpm

di Alberto Brambilla
EDITORIALI

Statista o governante?

Non solo anti-rigorismo, quel che Letta dovrebbe dire ai tedeschi
INSERTI

Non è così facile essere atei

Lo stupore metafisico dello scettico Sciascia, che si sentiva cristiano “checché ne dicano i preti”
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Classe dirigente, batti un colpo

L’ex ministro democristiano Guarino non fa il grillino. Ma ai politici italiani chiede di guardare cosa accade fuori dai confini. Gli ayatollah del rigore non si sfidano a parole, ma facendo rispettare la legge all’Ue
Giuseppe Guarino, giurista classe 1922, avvocato tra i più noti in Italia, già ministro delle Finanze nel 1987 (governo Fanfani) e poi dell’Industria e delle Partecipazioni statali nel 1992 (governo Amato), indipendente in spirito e democristiano per riconoscenza (“mi sono iscritto alla Dc solo nel 1993, quando il partito si scioglieva, per ringraziare”), oltre a governare ha conosciuto e praticato con gusto la battaglia per il potere.
Leggi anche Un golpe chiamato euro - FerraraClasse dirigente alla deriva
di Marco Valerio Lo Prete
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Tra agenda e calendario

Le cartucce che sparerà Renzi per buttar giù il muro di Letta e Nap.

Fisco, lavoro, legge elettorale. Il sindaco studia i suoi primi cento giorni da segretario. La contromossa del premier
Sono le quindici e trenta, siamo a Roma, a due passi da Montecitorio, e un esponente importante del Pd vicino a Dario Franceschini sintetizza con una frase fulminante quello che sarà il destino, e insieme il paradosso, di Renzi alla guida del Pd. “Matteo, con Enrico, vorrebbe essere pure leale. Ma il punto è un altro: non è che non vuole, semplicemente Matteo non può”. Visto sotto questa lente di ingrandimento, la corsa del sindaco verso la conquista della leadership democratica (le primarie sono l’otto dicembre) offre molti indizi utili a capire le ragioni per cui la segreteria a trazione renziana non potrà che avere un effetto ruspa sulla famosa e indecifrabile stabilità del governo.
di Claudio Cerasa