IL FOGLIETTO QUOTIDIANOEdizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara | |||||||||
OGGI IN EDICOLAPRIMA PAGINAE se fossimo tutti decaduti?Ecco cosa accadrebbe se la Consulta bocciasse il “Porcellum”Arriva la banda dei néocon in salsa francese, antiliberali e nazionalistiIl Point unisce i puntini tra il ministro Montebourg e Marine Le Pen e ritrae la nuova classe politica di ParigiSECONDA PAGINAIl senso del cavallo e della stalla per Giovanni Lindo Ferrettidi Camillo LangoneEDITORIALICaro Letta, c’è vita oltre il condominioDa Londra a Berlino, esempi di classe dirigente che dirige davveroINSERTILa nuova marcia del PdLa discontinuità di Renzi, la trasformazione del governo, gli effetti della decadenza. Catalogo aggiornato delle anime del Pd alle prese con l’arrivo del ciclone di FirenzeANALISIIl Mossad dice: ora potremmo marciare su Damasco in un giornoUn rapporto dei servizi dice che per ora Israele è più sicuro di prima perché i nemici sono occupati da guerre interne
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Saint-Just diceva che il Re deve morire perché la Repubblica viva. Non aveva previsto che duecento anni dopo il collo del primo Re europeo ghigliottinato da tribunali del popolo avrebbe subìto il supplizio di una lama di gomma. Il colpo si è sentito, certo, e non c’è giubbotto antiproiettile che ti protegga da un plotone di populisti, sinistri e opportunisti scrocconi, ma una situazione che non potrebbe essere peggiore, se vista a teatro e nel melodramma, può risultare in termini politici il meglio del peggio. Il drammaturgo del teatro della crudeltà e della caduta è stato Berlusconi in persona, questo è chiaro.
Distratte per qualche tempo dalle trattative per il nuovo governo di grande coalizione tra Cdu/Csu e Spd, stampa e opinione pubblica tedesche stanno tornando adesso a manifestare scetticismo rispetto al governo italiano. Vista dall’estero, la grande coalizione guidata da Enrico Letta è percepita ora come più “piccola” (dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza), più instabile e pur sempre inconcludente sul piano delle riforme economiche. E tale scetticismo finisce oggi per investire anche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.