Roberto Abraham Scaruffi

Friday, 29 November 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

E se fossimo tutti decaduti?

Ecco cosa accadrebbe se la Consulta bocciasse il “Porcellum”

Arriva la banda dei néocon in salsa francese, antiliberali e nazionalisti

Il Point unisce i puntini tra il ministro Montebourg e Marine Le Pen e ritrae la nuova classe politica di Parigi
SECONDA PAGINA

Il senso del cavallo e della stalla per Giovanni Lindo Ferretti

di Camillo Langone
EDITORIALI

Caro Letta, c’è vita oltre il condominio

Da Londra a Berlino, esempi di classe dirigente che dirige davvero
INSERTI

La nuova marcia del Pd

La discontinuità di Renzi, la trasformazione del governo, gli effetti della decadenza. Catalogo aggiornato delle anime del Pd alle prese con l’arrivo del ciclone di Firenze
ANALISI

Il Mossad dice: ora potremmo marciare su Damasco in un giorno

Un rapporto dei servizi dice che per ora Israele è più sicuro di prima perché i nemici sono occupati da guerre interne
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La controffensiva

Lo scontro tra l’erede del berlusconismo e quello del lettismo
Saint-Just diceva che il Re deve morire perché la Repubblica viva. Non aveva previsto che duecento anni dopo il collo del primo Re europeo ghigliottinato da tribunali del popolo avrebbe subìto il supplizio di una lama di gomma. Il colpo si è sentito, certo, e non c’è giubbotto antiproiettile che ti protegga da un plotone di populisti, sinistri e opportunisti scrocconi, ma una situazione che non potrebbe essere peggiore, se vista a teatro e nel melodramma, può risultare in termini politici il meglio del peggio. Il drammaturgo del teatro della crudeltà e della caduta è stato Berlusconi in persona, questo è chiaro.
di Giuliano Ferrara

La piccola coalizione fiacca Draghi

Il governo Letta, visto da Berlino, è indebolito nei numeri e lento sulle riforme. L’establishment tedesco lo critica (meglio “der talentierte Herr Samaras”) e ne approfitta per incolpare la Bce di favoritismi verso l’Italia
Distratte per qualche tempo dalle trattative per il nuovo governo di grande coalizione tra Cdu/Csu e Spd, stampa e opinione pubblica tedesche stanno tornando adesso a manifestare scetticismo rispetto al governo italiano. Vista dall’estero, la grande coalizione guidata da Enrico Letta è percepita ora come più “piccola” (dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza), più instabile e pur sempre inconcludente sul piano delle riforme economiche. E tale scetticismo finisce oggi per investire anche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.
di Giovanni Boggero e Marco Valerio Lo Prete