IL FOGLIANTE
E' nata il 4 luglio. Ha iniziato all'ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche parlando di pesci bisessuali ed evoluzionismo, per poi finire al Foglio. Va in vacanza con Arthur, mezzo cocker e mezzo setter inglese, e ha preso il secondo dan di Kendo prima ancora della laurea in Giurisprudenza. Scrive soprattutto di Asia – nel 2012 ha vinto il premio giornalistico "Umberto Agnelli" della Fondazione Italia Giappone – e pure sul blog I'm With The Band.
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IL MEGLIO DELLA SETTIMANA
29 ottobre 2013
Al direttore - Oggi si parla del suicidio di quel giovane ragazzo che ha denunciato l’omofobia di chi lo circondava; sappiamo anche che in questo momento il tema è in discussione in Parlamento.
Non t’ammazzare che poi ti interpretano, saccheggiano la tua anima, e come diceva Majakovskij non si accorgono che “qualcosa si è infranto contro lo scoglio della vita quotidiana”. |
di Giuliano Ferrara
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31 ottobre 2013
Guarda tu se bisogna ritrovarsi a difendere Gianfranco Fini, l’ex presidente della Camera riapparso in superficie dopo l’esilio post elettorale, adesso anche autore di un libro sul “Ventennio” del Cav. (Rcs, tendenza Paolo Mieli) che lo costringe a un nomadismo televisivo nel quale può mettere in mostra nuovi capelli – biondi a zazzera, una cosa a metà tra Andrea Ronchi e un transgender – e antichi rancori antiberlusconiani. |
di Alessandro Giuli
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1 novembre 2013
La carne è debole, mentre il partito personale è esageratamente forte. Può dunque capitare un giorno di guardarsi allo specchio e non riconoscersi più, il naso che pende un po’ a sinistra, un velo d’indipendenza nello sguardo, una ruga di ribellione a incidere la fronte in cui albergavano solo pensieri beati e remissivi. Ci si scopre insomma, una mattina, “diversamente berlusconiani”. Ed è l’improvviso balenìo di ambizioni e vanità a lungo soffocate, il distillato di pene incruente, compresse, quietamente corrosive che esplodono libere, d’un tratto, imprevedibili. Dura, durissima, è la vita di corte accanto a Silvio Berlusconi.
Leggi anche Volpi Palese sopruso |
di Salvatore Merlo
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1 novembre 2013
Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro risponderanno a queste critiche di don Matteo Graziola, se lo vorranno e quando vorranno. Io mi limito a qualche notazione da laico fervente e ammiratore della fede degli altri e della sua capacità di comunicarsi in una cultura, in una lingua letteraria, in un’etica senza le quali il mondo della mia civilizzazione, quello universalista d’occidente e quello giudaico-cristiano, è spacciato. Gli atei devoti veri, quelli che meritano il crisma da me scelto per me stesso in funzione ironica e polemica per tanti anni, la loro opzione devota, forse superstiziosa, l’hanno già espressa.
Leggi anche don Matteo Graziola Discutere Francesco |
di Giuliano Ferrara
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